L’emergenza degli stipendi troppo bassi e della mancata valorizzazione degli insegnanti italiani figura tra le prime azioni da realizzare per tantissimi prof. Anche per Daniele Manni, il docente di Lecce che figura tra i candidati “Nobel” per l’insegnamento, il “Global Teacher Prize” della Varkey Gems Foundation. La richiesta di Manni, di cui ci occupiamo in un altro articolo, è giunta nelle prime ore del nuovo attraverso una lettera aperta, indirizzata al premier, Matteo Renzi, al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, e a quelli che il docente definisce i “referenti dell’Istruzione in Italia”.
Non tarda molto ad arrivare la risposta del titolare del dicastero dell’Istruzione. “La #buonascuola che vuole Daniele Manni è obiettivo riforma: merito, anche economico, a insegnanti migliori”, riporta il tweet il ministro Giannini. Lasciando intendere che il mantenimento degli scatti stipendiali sia tutt’altro che scontato, almeno negli attuali termini economici.
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Il problema è che Manni nella sua lettera si riferisce a tutto il corpo docente: “comprendo benissimo – scrive l’insegnante leccese – che questo è un momento certo non facile per mettere sul tavolo un piano di aumenti per la categoria, ma qualche primo, piccolo segnale non sarebbe affatto una mossa errata”. Per il prof tra i papabili al Nobel di categoria, insomma, gli aumenti devono essere applicati a tutti. Non solo agli insegnanti migliori.
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