Il ministro dell’Istruzione ucraino, Serhiy Schkarlet, rispondendo a una domanda sulla dispersione scolastica in questi giorni di guerra, ha detto all’Adnkronos: “Molti bambini insieme alle loro famiglie sono stati costretti ad evacuare nelle zone dell’ovest e all’estero. Tra cui anche in Italia. Vorrei cogliere l’opportunità per ringraziare la repubblica italiana, il governo Draghi, il ministro Messa, tutti voi, per il sostegno assoluto e l’aiuto all’Ucraina in questo tempo così difficile. In totale al 13 marzo 2022, il numero di profughi, bambini inclusi all’estero ammonta a quasi 2,7 milioni di persone”.
Dunque, di fonte alla possibilità che ci potrebbero essere difficoltà notevoli e recuperare questi ragazzi e reinserirli nel sistema scolastico, il ministro ha precisato che nel corso di una riunione col consiglio dei ministri dell’Unione europea è stato decisa una risposta europea solidale e coordinata alla guerra in Ucraina nell’ambito dell’istruzione. “Ho sollevato questo tema. Sono grato all’Ue e ai paesi che garantiranno il diritto allo studio gratuito agli studenti ucraini e ai loro genitori di lavorare come Italia, Polonia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Estonia,Repubblica Ceca, Grecia, Germania, Francia ed altri”.
E il ministro Serhiy Schkarlet ha lanciato pure un appello: “Vorremmo che dopo la guerra i bambini tornassero a casa. Quindi abbiamo chiesto sostegno per l’iniziativa di apertura di scuole ucraine, che garantiscano ai bambini la possibilità di continuare a seguire il programma di studio ucraino. Sappiamo già che in molti paesi ci sono programmi di integrazione. Per questo ho chiesto ai colleghi del Consiglio dei ministri Ue di creare possibilità per i nostri bambini di studiare la lingua e la storia ucraina ovunque si trovino. Stiamo parlando di dare l’occasione ad una intera generazione di tornare a casa e ricostruire la nuova Ucraina”.
Per quanto riguarda l’aiuto che Italia e Europa possono dare all’Ucraina, il ministro si è rivolto ai due colleghi ministri della Repubblica italiana: istruzione e università. “Dopo la guerra ci sarà bisogno dell’aiuto di esperti per valutare il livello dei danni causati all’infrastruttura e dei costi necessari per la ricostruzione”.
“Ho già parlato della nostra piattaforma online che è sempre disponibile anche fuori dai confini dell’Ucraina. Vorrei che valutiate la possibilità di sostenerne lo sviluppo, fornendo sussidi che favoriscano l’inserimento di materiale didattico per la scuola elementare, ad oggi mancante. Ed inoltre che siano predisposte sovvenzioni per corsi di formazione e materiali didattici a sostegno degli insegnanti, ad esempio per quanto riguarda il lavoro psicologico da fare con i bambini che vivono la guerra. Infine chiediamo di promuovere la nostra piattaforma tra i membri della diaspora ucraina nel vostro Paese, affinché i bambini ucraini abbiano accesso continuo all’istruzione”.
Il ministro dell’Istruzione ucraino ribadisce che “ad oggi il sostegno dell’Ucraina è senza precedenti. La Repubblica Ceca ha stanziato 6 mln euro per gli studenti ucraini; La Polonia ha stanziato 20 mln di zloty per lo studio e il sostegno degli studenti ucraini. Il presidente della Polonia ha firmato inoltre una legge che stabilisce per gli studenti ucraini il costo di studio in base alle specializzazioni che stavano acquisendo in Ucraina. La somma non dovrà superare quella che lo studente pagava in precedenza. Inoltre le università polacche potranno assumere gli insegnanti ucraini senza concorso”.
“Oltre all’Europa – ricorda – ci ha sostenuto la banca internazionale di ricostruzione e sviluppo. Verranno redistribuiti 100 mln di dollari per il nuovo progetto a sostegno delle borse di studio accademiche fornite dal ministero dell’istruzione e degli stipendi sociali rilasciati dal ministero delle politiche sociali per gli studenti universitari”.
Serhiy Schkarlet ha pure tracciato il bilancio degli ultimi 20 giorni sul fronte scolastico, universitario ed educativo: “Le lezioni nelle scuole ed università ucraine sono riprese il 14 marzo, dopo due settimane di stop dall’inizio dei bombardamenti, secondo modalità concordate dagli uffici d’istruzione regionali con l’amministrazione militare a seconda delle condizioni di sicurezza dell’area. Pertanto ci sono chiaramente territori sotto il fuoco nemico dove il processo educativo è fermo”.
“In particolare – spiega – dopo l’invasione russa quasi tutti gli istituti scolastici sono riscorsi all’adozione di due settimane di vacanza. Le lezioni vengono adesso svolte in dad oppure in modalità mista a seconda della situazione di sicurezza dei territori. Per quanto riguarda le università, a inizio marzo 12 istituti hanno proseguito le lezioni in dad, 6 si sono fermati del tutto e gli altri hanno indotto le vacanze. Adesso circa la metà ha ripreso a funzionare in dad. Le altre università proseguono con la pausa di vacanze spesso perché impossibilitate a riprendere a causa dell’occupazione o assedio delle città”.
Il ministro ricorda che “la piattaforma digitale nazionale ‘Scuola nazionale ucraina online’, è attiva e a disposizione 24 ore su 24 per docenti e studenti in Ucraina e all’estero, viene infatti utilizzata in 120 paesi del mondo con lezioni in tutte le materie dalla quinta alla undicesima classe. Per questo i bambini in qualunque parte del mondo si trovino la possono utilizzare e continuare gli studi seguendo il programma ucraino. Inoltre abbiamo creato insieme a Google Ucraina orari scolastici online ed in tv abbiamo avviato il progetto ‘Educazione senza limiti’ che prevede la trasmissione delle video lezioni per le scuole in regioni in cui ci sono problemi con la connessione internet”.
Infine uno sguardo alla salute psichica della comunità scolastica: “Forti i traumi psicologici di studenti e docenti ucraini, costretti nei rifugi. Insieme ai partner del Ministero ed alle università abbiamo creato materiali informativi per il sostegno psicologico dei bambini e predisposto incontri quotidiani dalle 13.00 alle 20.00 via Facebook o telegram. Li gestiscono psicologici certificati attraverso semplici esercizi ad hoc per i minori costretti nei rifugi o a casa. È stata anche creata una serie di video che spiegano come parlare con i bambini di guerra e di altre cose”.
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