Il ministro Mussi interviene su Università telematiche e convenzioni
In attesa della definizione delle modalità e termini di presentazione delle istanze relative alla costituzione di Università telematiche, il nuovo Ministro ha deciso che venga sospeso, in attesa di nuove disposizioni, l’esame delle domande già presentate e non ancora definite e naturalmente quello relativo a richieste di nuove istituzioni.
Per quanto concerne le convenzioni tra Atenei ed enti e istituzioni varie per il conseguimento di titoli universitari, sono state fornite indicazioni operative con le quali, in sintonia con quanto già espresso dal Cun (Consiglio universitario nazionale), le Università sono invitate a contenere il limite quantitativo dei crediti formativi riconoscibili nel numero di 60 (corrispondenti, in pratica ad un anno di corso) per il segmento della laurea triennale.
In un comunicato diffuso dal Ministero dell’Università e della Ricerca si sottolinea come verrà valutata “con estrema attenzione la situazione dei percorsi abbreviati per la laurea riservati a dipendenti di vari enti e amministrazioni pubbliche, tra cui alcuni Ministeri, in base a convenzioni stipulate tra questi enti e alcune Università pubbliche e private”.
La legge n. 448 del 2001 (Finanziaria 2002) ha stabilito che i crediti vanno riconosciuti anche al personale delle amministrazioni pubbliche che abbia superato positivamente i corsi da queste organizzati. Il possesso di determinate conoscenze viene “certificato” dall’ente che ha firmato la convenzione con l’Università, vincolandone in pratica il riconoscimento: ciò ha suscitato molte discussioni e polemiche nelle ultime settimane, dopo che una trasmissione televisiva di Rai3 ha sollevato il problema.
Sull’argomento, il nuovo Ministro è stato chiaro: “se la normativa introdotta dalla finanziaria 2002 ha finito col causare atteggiamenti lassisti da parte di alcune Università, saranno adottati gli atti opportuni per modificarla, restituendo serietà alla norma della riforma Berlinguer-Zecchino che stabiliva la possibilità di riconoscere, come analogamente avviene in altri Paesi europei, come crediti universitari la competenza maturata da singole persone nel proprio lavoro, purché debitamente e regolarmente certificata”.
Nel comunicato ministeriale si precisa che “questo tipo di convenzioni tra Università ed enti ricadono nell’autonomia degli Atenei, che il Ministro intende preservare e ampliare. Ma ciò non toglie che sarà esercitata, nelle forme dovute, tutta la vigilanza e la valutazione che spetta al Ministero affinché il sistema universitario italiano continui a godere della fiducia e dell’apprezzamento degli studenti e dei cittadini”.
Due atti di indirizzo significativi quelli adottati dal ministro Fabio Mussi, che fanno seguito alla decisione di “richiamare” dalla Corte dei Conti, dove erano in attesa di valutazione, alcuni decreti del precedente Ministro (come segnalato negli ultimi giorni dello scorso mese in un articolo dal titolo “Buoni propositi e primi atti concreti del nuovo Ministro dell’Università”).