Attendiamo con curiosità l’Ordinanza Ministeriale che ci illumini sui “nuovi” esami di stato.
Sappiamo che i commissari saranno tutti interni con il presidente esterno. Che la commissione non percepirà compensi. Durante il colloquio il candidato dovrà sostenere una parte (una materia) in lingua straniera.
Che la modifica riguarderà solo la composizione della commissione e non le strutture delle prove scritte, pratiche e colloquio, per quest’anno non ci sono i tempi tecnici. La quarta prova scritta (Invalsi) e le prove pratiche per gli istituti tecnici e professionali, prove più “pesanti” dal punto di vista delle competenze per quest’anno sono scongiurate, salvo pericolosi ripensamenti dell’ultima ora.
C’era da aspettarselo? Non so, quello che emerge da questa scelta “di ritorno al passato Morattiano” che è una decisione errata, si continuano a tagliare nella scuola, si cancellano le ore di lezione, i tempi necessari per una didattica distribuita sono sempre meno. Continuiamo a dirlo e a scriverlo che la riforma Gelmini ha ridotto le ore delle materie di indirizzo, ha eliminato la figura dei docenti madrelingua, molti laboratori non esistono più o rimangono per pochissime ore, insomma la compresenza che era fino a pochi anni fa il fiore all’occhiello dell’istruzione tecnica e professionale statale italiana è stata eliminata.
I programmi ministeriali per essere svolti in modo corretto necessitano di più ore teoriche e di laboratorio ma da alcuni anni si costringono gli alunni ad utilizzare dispense che integrano l’attività didattica mancante in classe. Questo non è un modello di “Buona Scuola”.
Non vorrei sembrare ripetitivo ma il Tar del Lazio si è pronunciato sentenziando che la riforma Gelmini è illegale e che il Miur dovrebbe ripristinare le ore di indirizzo cancellate e dovrebbe sempre con sentenza del Tar cancellare la legge sui licei cosiddetti “light” di quattro anni. Abbiamo un Ministero dell’Istruzione che non rispetta le sentenze ed è fuori legge… ma non è una novità.
Ma passiamo all’organizzazione degli esami di stato.
I commissari interni verranno decisi nel consiglio di classe, immaginate cosa succederà in quella riunione che sarà presieduta obbligatoriamente dal Dirigente scolastico, non potrà essere demandata al coordinatore e il verbale con i “nominati” verrà inviato all’UST e USR.
Questa scelta secondo il Ministro Giannini consentirà un risparmio di 147 milioni di euro. Siamo sicuri che sarà proprio così?
Vi dimostrerò il contrario. Ecco i possibili scenari:
1) Nel consiglio di classe si consumeranno ripicche e vendette perché nessuno vorrà far parte della commissione.
Vorrei che passasse il messaggio corretto, non sono i docenti a non volerlo fare ma è indecente e vergognoso che il personale impegnato agli esami di stato non venga retribuito con un compenso. Ci saranno molti insegnanti del primo biennio che non saranno utilizzati negli esami di stato e ovviamente si creeranno differenze sui carichi di lavoro.
2) Nella riunione preliminare degli Esami di Stato quanti saranno disposti a svolgere le funzioni di vice presidente e/o da segretario? Responsabilità penali a zero euro. E’ assurdo.
3) Molti colleghi risulteranno assenti per malattia, difficoltà di espletamento degli esami di stato con il rischio di ritardi nella somministrazione e correzione delle prove scritte o con pochi commissari e rischio di annullamento delle prove.
4) I docenti assenti verranno sostituiti da docenti a tempo indeterminato della stessa materia individuati nello stesso istituto.
5) Nel caso che non siano presenti i docenti a tempo indeterminato, per quella materia verrà assegnato un altro docente a tempo indeterminato su organico funzionale presente in un altro istituto (questa scelta verrà probabilmente attuata dagli esami di stato 2015-2016… ecco a cosa serviranno i nuovi assunti) sempre a spese proprie in giro per la provincia che non c’è più…
6) Se non si dovessero individuare docenti a tempo indeterminato bisognerà nominare per tutto il periodo degli esami un docente precario abilitato e in cascata il collega non abilitato e pagarlo.
7) Il punto cinque potrebbe portare paradossalmente in un cambiamento radicale della commissione ed i ricorsi al Tar diventerebbero migliaia in Italia perché la stessa sarebbe composta tutta da docenti esterni, non verrebbe rispettata l’omogeneità a livello nazionale e quindi diventerebbe illegale.
Naturalmente questi scenari non sono stati previsti, si è pensato soltanto a tagliare i compensi e a ridurre la qualità della didattica “annacquando” il valore legale del titolo di studio.
Ma serve ancora l’ammissione? Diventa una duplicazione di voti rispetto all’intero processo di valutazione finale. La normativa attuale prevede che gli studenti, per poter sostenere gli esami di stato, devono raggiungere la piena sufficienza in ogni singola materia. Se l’alunno verrà “aiutato” in una o due materie all’unanimità (perché nell’ammissione non è prevista la maggioranza di voto nello scrutinio di ammissione), di fatto questo candidato verrà aiutato anche agli esami. Non ci sarà l’oggettività e l’imparzialità della valutazione e gli esami di stato saranno falsati.
Questo Governo ha criticato tanto il sistema amministrativo giudiziario perché spesso nei gradi di giudizio si arriva ad avere sentenze eterogenee nei tempi e nei modi. Io non darei la colpa ai Tribunali Amministrativi Regionali (TAR) ed alla Cassazione. La colpa è soltanto degli uffici legali dei partiti che non verificano la fattibilità e l’applicazione di un emendamento rispetto all’efficacia dello stesso.
Con il nuovo Esame di Stato si preannuncia una estate 2015 caldissima, piena zeppa di ricorsi.
Migliaia di docenti “in malattia” per stress da Esame di Stato e i costi per l’Amministrazione supereranno i risparmi “sperati” dal Ministro Giannini, sia per i controlli Asl (che si pagano) sia per la nomina dei supplenti e si supereranno allegramente i 300 milioni di euro.
Naturalmente il Ministro darà la colpa agli insegnanti, io invece consiglio alla Giannini di bloccare almeno per un anno la modifica degli Esami di Stato, gli errori di valutazione si pagano caro e potrebbe essere un boomerang che rischierebbe di portarla a presentare le dimissioni.
Come nel “Mistero Buffo” vorremmo che il Ministro Giannini cambiasse (presa di coscienza) il senso dell’esistenza di una cultura popolare che ama denigrare gli insegnanti. Vorremmo che il Capo del Dicastero di Viale Trastevere esaltasse l’attività svolta, durante gli Esami di Stato, dai professionisti della didattica nel difficile compito di pubblici ufficiali della Repubblica Italiana con un compenso economico importante, a garanzia del ruolo istituzionale che rivestono. E’ più facile cavalcare l’onda del consenso popolare avallando assurde illazioni sulle (in)competenze dei docenti, “tuonando” come ha fatto da Palermo che bisognerebbe licenziare chi lavora male e invece per chi “insegna” bene… sono pronte le monetine di turno e l’elemosina verrebbe garantita ogni sei anni… e non a tutti.
Il “mistero buffo” viene rafforzato dall’incapacità, l’incompetenza e la superficialità di questi politici che non sono in grado di migliorare il sistema scuola sia per gli studenti che per il personale che ci lavora. Hanno nel DNA solo la funzione del “taglia e incolla” partendo dalla Riforma Moratti fino al disegno di Legge PD-Aprea e dalla legge 62/2000 alla continua ricerca del costo standard di ogni alunno che verrebbe identificato come se fosse una risma di carta.
Un “pinocchio” al contrario… per regalarlo alle scuole paritarie religiose insieme alla dote scuola e una grassa retta da far pagare alle famiglie.