Annalisa Stancanelli, dirigente scolastico di un Istituto comprensivo di Siracusa, esperta di Archimede e Caravaggio (ha scritto: Forse non tutti sanno che Caravaggio, Newton Compton; Il Vendicatore oscuro, Electa; Mistero siciliano, Mursia; Archimede e l’enigma della Sfinge, Youcanprint; Archimede e il mistero del planetario, Melino Nerella; Archimede deve morire, Oakmond Publishing), nonché di storia della città aretusea e di storia dell’arte, torna in libreria con un altro thriller che già dalle prime pagine intriga per il suo antefatto che porta immediatamente nell’oscuro bunker di Hitler nella Berlino del 1945, pochi giorni prima della sua conquista da parte delle truppe russe. E proprio nella stanza in cui Eva Braun tra poco sposerà il dittatore compare un quadro di Caravaggio, Ritratto di cortigiana, trafugato, come tante altre opere d’arte, dalle truppe naziste e ora a disposizione del feticismo di cui il dittatore tedesco era oppresso.
Meglio incipit dunque non ci poteva essere per questo romanzo il cui titolo già fa prevedere avvenimenti arcani e fuori dall’usuale: “Il mistero Caravaggio. Per un quadro si può uccidere”, Mursia, 17,00 Euro. Perché appunto tutta la narrazione è giocata non solo su spazi temperali diversi, ma anche fra luoghi diversi, che vanno da Siracusa a Roma a Milano e poi in giro per il mondo alla ricerca di altri dipinti del famoso pittore, quale La natività, rubato dalla mafia a Palermo nel 1969, e questo, andato presumibilmente distrutto, ma che Stancanelli, con fantasiosa creatività, fa rivivere, innescandovi una storia poliziesca, venata di oscuri personaggi che quando uccidono, sotto l’effetto di questa sorta di sindrome di Stendhal ma anche per il piacere di possedere opere tanto grandiose e belle, lasciano segni particolari, come un sugello a fuoco con simboli specifici che però consentono al bel comandate Antonio (Tony) Romano, responsabile del distaccamento di Siracusa del nucleo tutela patrimonio artistico dei Carabinieri, di seguire le piste che lo porteranno a risolvere il mistero dei quadri di Caravaggio. Si tratta, verrà a sapere da un esperto, di un simbolo cabalistico rappresentato da un serpente che riporta a una terribile leggenda del Seicento, ai tempo appunto del Merisi.
Con lui una esperta d’arte svizzera, tanto conturbante quanto infida, ma indispensabile nel romanzo per creare l’elemento di rottura utile per creare la giusta dose di suspence e non smettere mai di leggere il libro per arrivare alla conclusione finale. Con lei un altro turbinio di sinistri personaggi che si incontrano e si intrecciano fra frati cappuccini, mercanti d’arte di ogni nazione, funzionari ministeriali, esperti d’arte e di storia e pure di assassini pronti ai più efferati delitti per possedere queste opere dal valore culturale e materiale immenso.
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