Questa mattina, fa sapere il Miur con un comunicato, su richiesta dallo stesso ministro Profumo al Ragioniere Generale dello Stato, i servizi ispettivi si sono recati presso la sede del Ministero di piazzale Kennedy, dove si trovano gli uffici della Direzione Generale della Ricerca, e dove sono stati messi a disposizione gli strumenti per il loro lavoro.
L’ispezione, fa sapere il Miur, è nata dalla notizia pubblicata da Il Fatto Quotidiano in merito ad un presunto dossier anonimo, non conosciuto dal Ministero, relativo alla gestione dei fondi dedicati alla ricerca.
Che il dossier anonimo non fosse conosciuto dal Miur ci pare di assoluta ovvietà, visto che è stato redatto dal “corvo” e quindi fuori dalla legalità e dalla trasparenza dell’amministrazione, non ci pare ovvio invece che il ministero non sapesse dei contorcimenti e delle fughe dei soldi dei cittadini verso progetti finalizzati a favorire amici e clientele. E vogliamo credere che lo svolazzo del corvo dentro le stanze del Miur sia solo una sorta di richiamo triste e squallido alla ballata di E.A. Poe e che tutto verrà chiarito, restituendo all’istituzione credibilità cristallina. In caso contrario qualcuno dovrà dare spiegazioni e dire per filo e per segno come sia stata possibile una fuga così macroscopica e fellona verso le tasche di traffichini senza né scrupoli e né onore.
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