Perché il primo settembre possano essere immessi in ruolo posto i 100 mila precari del disegno di legge “La Buona Scuola”, bisognerebbe essere già pronti per iniziare il lungo iter burocratico. A comunicarlo sono gli stessi funzionari del Miur che spiegano quale e quanto lavoro ci sia per consentire anche una semplice infornata in ruolo di 30 mila insegnanti precari.
Inoltre resta ancora in standby la mobilità annuale che segue un iter parallelo agli organici e alle immissioni in ruolo. Al Miur sono evidentemente in difficoltà, perché l’incertezza politica dell’approvazione del ddl scuola, preoccupa e disorienta.
I numerosissimi emendamenti presentati alla Camera, anche dallo stesso Partito Democratico, rallenteranno non di poco il percorso parlamentare del ddl sulla scuola, che si teme non potrà essere approvato prima della prossima estate. Ma a quel punto sarà troppo tardi e sarà quindi impossibile, fare salire in cattedra i 100 mila precari delle Gae. Inoltre c’è l’incognita emendamenti che potrebbero cambiare volto, qualora fossero votati dalla maggioranza del Parlamento, al ddl scuola, e di conseguenza potrebbero cambiare anche i destinatari e i numeri dei futuri immessi in ruolo.
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Ci sono emendamenti che chiedono di inserire in ruolo, anche gli idonei del concorso a cattedra del 2012, altri emendamenti chiedono una quota di posti riservata ai docenti delle graduatorie d’Istituto della seconda fascia, che abbiano maturato almeno 36 mesi di servizio.
Incognite pesanti e imprevedibili, che se approvate, cambierebbero lo scenario delle prossime immissioni in ruolo. In buona sostanza è ormai chiaro ai più che c’è un problema di tempi per quanto riguarda l’approvazione della buona scuola e le immissioni in ruolo, ma questo era chiaro come il sole. I maligni hanno anche detto che il cambio di rotta, dal decreto legge al disegno di legge, aveva come scopo quello di sabotare, almeno per il 2015-2016 le immissioni in ruolo ed anche l’organico funzionale.
Intanto, mentre il Miur comunica al Premier Renzi la scomoda verità dell’impossibilità di stabilizzare 100 mila precari della scuola, lo stesso Matteo Renzi si arma di penna per scrivere quasi un milione di letterine per spiegare che la sua riforma scolastica è Buona e che il sindacato è cattivo. Ma se il 5 maggio gli insegnanti, come pare, saranno in massa in piazza a scioperare, il ddl scuola si addenserà di nubi nere e il Premier si troverà stretto tra chi lo contesta per l’Italicum e chi lo contesta per la riforma della scuola. Tempi duri per il “giovanotto fiorentino” che, se non sta attento, dovrà battere in ritirata.
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