Question time ieri alla Camera, in modo particolare alla VII Commissione Cultura. Interrogazioni a risposta immediata su questione di competenza del Ministero dell’Istruzione. Il governo (presente il sottosegretario D’Onghia) ha risposto a diversi quesiti posti dai componenti della commissione. Uno riguarda i ritardi e problemi emersi nella procedura concorsuale della scuola. Il Miur difende la propria azione: “Dopo aver assunto circa 90.000 insegnati per il corrente anno scolastico, grazie al concorso bandito lo scorso febbraio, assumeremo, nel triennio, ulteriori 63.712 docenti, cui si aggiungeranno altri 30.000 docenti inseriti nelle GAE – afferma D’Onghia – Avremo così in poco tempo dotato la scuola italiana di oltre 180.000 nuovi docenti per soddisfare le esigenze espresse dalle scuole e il fabbisogno legato al turn over”.
D’Onghia ricorda, poi, che la legge 107 prevede che, una volta esaurite le graduatorie ad esaurimento, l’unico canale di reclutamento a tempo indeterminato del personale docente ed educativo sia il concorso pubblico: “Si sono volute porre le condizioni per ridurre il precariato della scuola a numeri fisiologici e dare certezza a chi vuole entrare nel mondo della scuola – continua il sottosegretario – D’ora in avanti, difatti, si avrà un accesso programmato alla funzione docente coerente con la scuola dell’autonomia che abbiamo rilanciato e con la qualità del sistema di istruzione e formazione che abbiamo ridisegnato. Nonché rispettoso della dignità della funzione docente”.
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Per quanto riguarda la riserva in favore dei candidati con più di 36 mesi di servizio, D’Onghia aggiunge che “nella valutazione dei titoli è stato valorizzato tutto il servizio a tempo determinato prestato presso le scuole”.
Il Miur, per per quanto concerne i docenti iscritti nelle graduatorie di terza fascia di istituto, sta avviando il relativo iter per indire, quanto prima, percorsi abilitanti TFA. Per quanto riguarda, invece, i ricorsi presentati al Tar, l’amministrazione centrale si reputa tranquilla: “Il Tar si è limitato, considerato che le date per l’udienza collegiale sono successive al termine ultimo per la presentazione delle domande di partecipazione al concorso, a concedere ai ricorrenti di avanzare comunque la domanda, ciò esclusivamente in ragione del pericolo di pregiudizio irreparabile a carico dei richiedenti, derivante dall’imminente scadenza del termine”.
“Il Miur – conclude D’Onghia – dal canto suo continuerà ad adoperarsi nelle opportune sedi affinché il concorso si svolga così come previsto dalla legge n. 107, e dunque, in particolare, che a partecipare allo stesso siano solo i docenti in possesso del titolo di abilitazione all’insegnamento prescritto per legge”.
Dunque, qualora i ricorsi presentati al tribunale amministrativo non dovesse avere gli effetti previsti, per i ricorrenti, l’unica strada sarebbe quella di partecipare al terzo ciclo di Tfa (non partecipando, comunque, all’attuale procedura concorsuale).
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