Continuano le polemiche degli insegnanti dopo la pubblicazione dei primi risultati della prova scritta al concorso.
Secondo alcuni, il concorso sarebbe una sorta di farsa per far credere che le intenzioni del Governo siano veramente quelle di assumere nuovi docenti, ma in realtà non sarebbe così.
Infatti sembra che la selezione sarebbe durissima, come testimonia il basso numero degli ammessi all’orale in rapporto ai posti banditi.
L’opinione di alcuni docenti sarebbe quella per cui le assunzioni definitive alla fine saranno inferiori rispetto a quelle previste dal bando di concorso (63.712) e ciò permetterà allo Stato di risparmiare molti fondi.
Ma le lamentele non riguardano solamente il ritardo nella correzione. Gi insegnanti di sostegno che hanno sostenuto la prima prova nel Lazio, hanno dovuto prendere atto che se i posti messi a concorso erano 150, su 160 candidati solamente 70 sono stati ammessi all’orale. Quindi, anche nel caso in cui tutti i 70 docenti venissero assunti di ruolo, ci sarebbe comunque un buco occupazionale di 90 docenti.
Questo scenario, vista la dura selezione che stanno affrontando i candidati al Concorso Scuola 2016, potrebbe ripetersi anche in altre classi di concorso dove i docenti assunti potrebbero essere di meno rispetto a quanto previsto dal bando.
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Cosa farà il MIUR in questo caso? A chi assegnerà i posti vacanti? Al momento l’unica ipotesi possibile è che attingerà alle graduatorie d’istituto, dove nella II fascia ci sono i docenti esclusi dal concorso, mentre nella III quelli privi di abilitazione.
Secondo alcuni lo Stato preferirebbe assegnare delle supplenze piuttosto che assumere a tempo indeterminato, risparmiando cosi circa 3 mila euro l’anno per ogni supplente.
L’anello mancate in tutto questo ragionamento è però costituito dalle commissioni: sarebbero tutte conniventi col piano “diabolico” del Miur? Inoltre, sono tanti quelli che sostengono una tesi opposta e cioè che le bocciature sarebbero così meritate da lasciare sgomenti gli stessi commissari che non si aspettavano una tale deblache.
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