Il Miur intende onorare i propri debiti verso le scuole (ma in quanto tempo?)

Dopo le polemiche delle scorse settimane sulla questione dei residui attivi delle scuola, il Ministero cerca di correre ai ripari (ci aveva già tentato qualche giorno addietro la responsabile scuola del PD Francesca Puglisi) rendendo noto di aver già erogato nel mese di dicembre un apposito finanziamento di 72 milioni di euro per far fronte alle situazioni di maggiore sofferenza.
Per il 2015, sottolinea il Ministero, ai 111 milioni già previsti per il funzionamento amministrativo e didattico sono stati aggiunti altri 50 milioni. 
Ma il comunicato del Miur lascia l’amaro in bocca a molti dirigenti e Dsga perchè parla di un ennesimo monitoraggio sui residui attivi di cui davvero non si comprende la necessita: i residui attivi risalgono almeno al 2005 e forse persino ad anni precedenti; di monitoraggi ne sono stati fatti a dozzine: ogni volta che i sindacati hanno sollevato la questione in un qualche incontro con i dirigenti del Miur si sono sentiti rispondere: “Avete ragione, ma per capire meglio la questione dobbiamo fare una rilevazione”
Ed è così che dal 2006 in poi di rilevazioni, verifiche, controlli, monitoraggi se ne sono fatti mediamente uno o due per ogni esercizio finanziario (senza contare che residui attivi e passivi vengono allegati a ogni conto consuntivo e, di fatto, registrati e “approvati” dagli stessi revisori dei conti).
Lascia poi molto perplessi una curiosa affermazione contenuta nel comunicato.
Il Miur – si legge – non ha mai chiesto alle scuole di cancellare i residui attivi (peccato che esistano in rete già da due mesi le fotocopie delle lettere che molte scuole hanno ricevuto); “alle scuole si è chiesto piuttosto di cancellare, tramite delibere dei Consigli di Istituto, i debiti divenuti ‘saldati’ a seguito dell’erogazione straordinaria disposta”.
Affermazione quanto meno curiosa dal momento che non ha nessun senso “cancellare” un debito con delibera del consiglio di istituto: quando un debito pregresso viene saldato, scompare dall’elenco dei residui passivi, e non serve nessuna delibera per eliminarlo. Gli unici residui che si cancellano con delibera del consiglio sono quelli in essere ed è del tutto evidente che se un debito viene pagato non compare più fra i residui passivi. 
Forse per risolvere la questione, il Miur farebbe molto meglio ad ammettere che è pur vero che alle scuole era stato richiesto di cancellare i residui attivi esistenti ma che tale disposizione va intesa soltanto come un semplice suggerimento e non in modo tassativo.

Reginaldo Palermo

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