Il Miur risparmia sottraendo soldi a quei fondi degli istituti già ridotti all’osso, sempre più considerati una sorta di “pozzo di S. Patrizio”, e pure gli incentivi del personale: a denunciarlo è la Uil Scuola, che con un polemico comunicato rivela che “ulteriori 18 milioni dei 200 del ‘merito’ finiscono a finanziare la spending review del ministero dell’istruzione. La legge di bilancio 2018, infatti, ha previsto riduzioni di spesa dei bilanci dei ministeri”.
“Il Miur – scrive il sindacato Confederale – invece di ridurre esclusivamente il proprio bilancio interno, ha deciso di intervenire sul finanziamento del bonus per la valorizzazione docente (200 milioni del merito), sulle risorse della legge 440 (che finanzia le attività delle scuole) e sul funzionamento delle istituzioni scolastiche”.
Ma di che fondi si tratta? Il primo, quello del “merito”, riguarda la discussa norma introdotta dalla Legge 107/15, attraverso la quale lo scorso anno sono stati assegnati in media oltre 600 euro l’anno, mentre quest’anno, con la platea dei docenti di ruolo beneficiari evidentemente allargata, si è scesi a poco più di 200 euro pro capite.
La perdita di 18 milioni di fondi nazionali destinati al merito, tra l’altro, si somma a riduzioni già in essere: nell’anno in corso si è infatti già scesi sotto i 150 milioni e dal prossimo anno non si andrà oltre a 160 milioni.
La procedura, tra l’altro, è probabilmente già nel mirino del possibile Governo M5S-Lega. Va infine ricordato che i sindacati, critici verso questo tipo di “merito”, avevano tentato sino all’ultimo di inserire tali fondi nel “tabellare” del nuovo contratto in modo permanente. Forse, avevano capito “l’aria che tirava”.
Per quanto riguarda le risorse della legge 440, si tratta di una vecchia legge, introdotta quasi 20 anni fa dall’alloro ministro Luigi Berlinguer, che stanziava i soldi per l’autonomia scolastica, in prevalenza per la progettazione, ma che già in passato è stata oggetto di decurtazione, sempre per mano dell’amministrazione centrale e per coprire precise voci di bilancio scolastico in sofferenza.
Il funzionamento delle istituzioni scolastiche, infine, è quello che permette alle scuole di acquistare beni di prima necessità, per il sostentamento quotidiano, come il toner per le stampanti, i materiali per l’amministrazione, i gessetti per scrivere alle lavagne e via dicendo.
Amaro è il commento del segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, appena rieletto, secondo il quale “il Miur dopo aver annunciato che il fondo per il funzionamento era stato appena rifinanziato, interviene proprio nei settori più delicati del sistema nazionale di istruzione: insegnanti e funzionamento delle scuole”.
“Quando la coperta si fa corta – aggiunge Turi – le scelte si ripetono: si interviene direttamente sulle risorse delle scuole e le retribuzioni stesse del personale. Come dire con una mano si dà, con l’altra si leva”.
“A quanti avevano usato toni di contrarietà alla firma del contratto – pone l’accento Turi – vogliamo ricordare che con la firma di aprile abbiamo contrattualizzato le risorse, comprese le economie, evitando una vera e propria sottrazione di risorse per le retribuzioni accessorie del personale. Fuori dalle maglie del contratto, e del confronto, assistiamo invece ad atti unilaterali del Miur che procede, senza farsi scrupoli, con il prelievo sulle altre voci, per mettere a posto i conti. Un modo di procedere – conclude il sindacalista Confederale – che ci vede totalmente contrari”.
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