Il Miur vorrebbe assumere 25.000 precari. E intanto Gelmini parla di reclutamento su chiamata diretta delle scuole
Il ministero dell’Istruzione avrebbe intenzione di procedere all’assunzione di un numero di precari variabile tra le 22.000 e le 25.000 unità: la notizia è trapelata durante l’incontro con cui la Flc-Cgil ha concluso la due giorni di sit-in davanti e sopra la scalinata del Miur per dire basta ai tagli, rilanciare le risorse a favore della scuola pubblica e chiedere, appunto, l’immissione in ruolo su tutti i posti vacanti. Poiché, come si poteva immaginare, i piani alti di viale Trastevere non hanno di certo il potere per stoppare le riduzioni di spese fissate nella Finanziaria del 2008, per il sindacato sapere che il Miur si impegnerà per ottenere diverse migliaia di assunzioni non è di certo un risultato da buttare. Tanto che il sindacato di Mimmo Pantaleo non tardato ad emettere un comunicato nel quale si spiegava che è “molto importante l’impegno assunto sulle immissioni in ruolo” da parte dell’amministrazione. La quale “si è impegnata – continua la nota della Flc-Cgil – per quanto riguarda il personale docente a tempo determinato a chiedere l’autorizzazione al ministero del Tesoro per l’immissione in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili: 11/14 mila posti comuni e 5.000 posti sul sostegno”. Il numero di assunzioni si completerebbe, Mef permettendo, con altri 6.000 posti riservati al personale.
La Flc-Cgil ha subito fatto sapere che certe cifre non possono bastare: c’è sempre più “la necessità di definire un piano pluriennale di stabilizzazioni per il personale precario e il ritiro dei tagli”. Confermato, quindi, il piano di mobilitazione per le prossime settimane: l’apice della protesta del sindacato di via Leopoldo Serra si realizzerà con l’assemblea nazionale del 15 maggio dei precari scuola, università e ricerca. Bis il 28 maggio con l’iniziativa nazionale sulle risorse al settore sempre più modeste.
Sale, intanto, tra i precari la tensione per le continue dichiarazioni rilasciate dal ministro Gelmini sulla volontà da parte del Governo di cambiare il prima possibile le modalità di reclutamento: in un’intervista ad un settimanale nazionale, il responsabile del Miur ha conferma la volontà delle istituzioni di “avvicinare il luogo di lavoro al luogo di residenza” e di avviare un sistema che favorisca il reclutamento degli insegnanti “su chiamata diretta da parte delle scuole in base al merito“. E ancora: “gli insegnanti saranno reclutati su chiamata diretta da parte delle scuole in base al merito“. Le parole del Ministro non sono sfuggite al giudizio (severo) del segretario generale Cisl Scuola, Francesco Scrima: “ancora una volta – ha commentato il sindacalista – si pretende di concentrare nel breve spazio di un’intervista una mole enormi di questioni che finiscono, così, inevitabilmente, per essere poste in modo superficiale, ridotte a slogan o battute“. Pollice verso anche contro un’altra frase del Ministro, riguardante proprio il ruolo del sindacato: per Gelmini se continuerà ad essere contrario ad aggiornarsi, anche su reclutamento e mobilità, “sarà destinato ad avere un ruolo sempre meno dominante“. Replica di Scrima: invece di “attardarsi su un presunto strapotere sindacale“, Gelmini si impegni “davvero in un confronto serio e approfondito sui problemi della scuola e del suo personale; si preoccupi, inoltre, di contrastare con più efficacia l’invadenza e lo strapotere, questo sì davvero evidente, del ministro dell’Economia“.