Come allontanare l’invecchiamento cerebrale? Attraverso la cultura, la scuola e la lettura di tanti libri. A sostenerlo è la Fondazione Santa Lucia di Roma, che il 10 febbraio ha presentato i risultati di un suo importante studio, condotto da Fabrizio Piras e coordinato da Gianfranco Spalletta, responsabile del Laboratorio di Neuropsichiatria, e da Carlo Caltagirone, direttore scientifico della Fondazione: per comprendere quale stile di vita è più idoneo per allontanare l’invecchiamento cerebrale e tenere lontane malattie degenerative, come l’Alzheimer, sono stati reclutati 150 soggetti sani di età compresa tra i 18 e i 65 anni. Tutti sono stati sottoposti ad un innovativa tecnologia di risonanza magnetica, per permettere la misurazione delle variazioni strutturali dei tessuti cerebrali.
Come già si sapeva, la chiave per comprendere determinati meccanismi cerebrali risiede nell’ippocampo, la regione cerebrale collegata direttamente alle capacità di memoria e apprendimento. Attraverso un’analisi approfondita e comparativo di questa determinante parte del cervello umano, “per la prima volta – ha spiegato il professor Spalletta – attraverso l’indagine si è riusciti a determinare il luogo all’interno del cervello in cui una più ricca attività mentale avvia dei meccanismi protettivi nei confronti della neurodegenerazione”. Uno dei parametri individuati si chiama “mean diffusivity”: si tratta di una misura del movimento delle molecole d’acqua all’interno del cervello che può essere considerata un indice qualitativo della struttura cerebrale. Dai risultati è emersa una correlazione tra questo parametro e gli anni di istruzione scolastica svolti. Non solo: tutti gli individui che hanno conseguito un alto livello di studio hanno anche mostrato una maggiore compattezza strutturale nell’ippocampo. Come dire: il nostro cervello non sembra proprio rimanere indifferente alla cultura.
Come già si sapeva, la chiave per comprendere determinati meccanismi cerebrali risiede nell’ippocampo, la regione cerebrale collegata direttamente alle capacità di memoria e apprendimento. Attraverso un’analisi approfondita e comparativo di questa determinante parte del cervello umano, “per la prima volta – ha spiegato il professor Spalletta – attraverso l’indagine si è riusciti a determinare il luogo all’interno del cervello in cui una più ricca attività mentale avvia dei meccanismi protettivi nei confronti della neurodegenerazione”. Uno dei parametri individuati si chiama “mean diffusivity”: si tratta di una misura del movimento delle molecole d’acqua all’interno del cervello che può essere considerata un indice qualitativo della struttura cerebrale. Dai risultati è emersa una correlazione tra questo parametro e gli anni di istruzione scolastica svolti. Non solo: tutti gli individui che hanno conseguito un alto livello di studio hanno anche mostrato una maggiore compattezza strutturale nell’ippocampo. Come dire: il nostro cervello non sembra proprio rimanere indifferente alla cultura.