“Per questo abbiamo bisogno di un moderno sistema di formazione professionale duale per i giovani e dobbiamo combattere la stretta creditizia, che soffoca le piccole e medie imprese”, dice la ministra tedesca. Che aggiunge ancora: “ In alcuni Paesi, come la Germania, ci sono posti di lavoro vacanti, i datori di lavoro cercano giovani che desiderano apprendere un mestiere.”
Ma alla base del successo tedesco, dice ancora durante un’intervista al Corriere della Sera, c’è la formazione professionale duale tedesca. “La metà dei ragazzi tedeschi frequenta un corso di formazione professionale. Abbiamo 340 vocazioni diverse, dall’infermiere al bancario, dal meccanico all’elettronico. È una combinazione di teoria e pratica: tre giorni alla settimana di training in azienda e due giorni in aula. E il certificato professionale, al completamento dei 2 o 3 anni di formazione non esclude la possibilità di frequentare l’università in seguito. Alcuni Ceo di successo hanno cominciato così. Ma non è solo un sistema tedesco, esiste anche in Austria e in Svizzera. Alla base c’è una partnership tra pubblico e privato, perché le imprese devono offrire i posti e pagare la retribuzione dei giovani, e poi serve un ente che gestisca i certificati, in Germania lo fa la Camera di Commercio. Oggi in Germania sono scoperti un milione di posti di lavoro e 33 mila posti di formazione professionale. Abbiamo bisogno di un’immigrazione qualificata in Germania, e per questo dobbiamo utilizzare il mercato del lavoro europeo”
La Germania apre dunque le porte ai giovani europei perché le imprese tedesche hanno il problema opposto: non trovano personale qualificato. “A chi è disoccupato”, dice ancora la ministra teutonica, “ per prima cosa offriamo un lavoro o un corso di formazione, in passato c’era solo il sussidio. Il personale dei servizi all’impiego è tenuto ad eliminare gli ostacoli che ci sono tra la persona disoccupata e il posto di lavoro. Per esempio, i genitori possono ricevere assistenza per i figli piccoli. Dal primo agosto entrerà in vigore una legge che garantisce un posto all’asilo a tutti i bambini di almeno un anno di età. La domanda per l’assistenza all’infanzia è altissima, ma è anche un investimento sull’occupazione femminile. Oggi lavora il 71% delle donne tedesche, ma il 45% opta per il part-time. Molte vogliono di più, e per questo c’è bisogno di buone scuole ed assistenza all’infanzia”.
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