Ormai è ufficiale: il movimento anti-Moratti prosegue il suo lavoro anche se diventa “movimento anti-Fioroni”.
Proprio qualche giorno fa, infatti, il “Manifesto dei 500”, una delle componenti più attive dello schieramento anti-morattiano, ha chiesto al ministro Fioroni e ai capigruppo dei partiti dell’Unione di ricevere una delegazione di insegnanti e genitori , “affinchè – si legge nella lettera aperta resa nota dal movimento – attraverso il dialogo e la testimonianza diretta di quello che succede nelle scuole si possa trovare una strada per rimediare ai problemi che la politica degli ultimi anni ha aperto”. In realtà il “Manifesto dei 500” già nei mesi di giugno e settembre si era rivolto a Ministro e partiti ponendo l’urgenza di dare attuazione al cambiamento radicale annunciato dalla nuova maggioranza politica in campo scolastico.
Secondo il “Manifesto”, oggi, a 9 mesi dalle elezioni, molti dei provvedimenti fin qui assunti dal Ministro e dal Governo aprono di fatto la strada alla conferma delle parti più importanti della riforma Moratti non solo per l’anno scolastico in corso, ma addirittura per il prossimo. Ma quali sono le scelte politiche che più di altre non piacciono al “Manifesto dei 500” ?
Intanto c’è la mancata abrogazione delle Indicazioni Nazionali ed il mancato ripristino dei Programmi Nazionali.
“La circolare sulle iscrizioni – sostengono inoltre i firmatari della lettera – conferma completamente il quadro normativo della legge Moratti: gli anticipi, le 27 ore settimanali obbligatorie, le 3 ore facoltative che possono essere estese fino a 40, ma senza la concessione di due insegnanti titolari ogni classe”.
E poi c’è la nota sulle schede di valutazione che confermerebbe anch’essa la situazione creata dal precedente Ministro, con la scheda-fai-da-te che non è mai piaciuta alla componente più radicale dello schieramento anti-morattiano.
“In questa situazione – conclude il “Manifesto” – la Finanziaria decreta 3 miliardi di tagli alla scuola, mentre la situazione delle supplenze diventa ogni giorno più ingestibile, con classi e alunni che restano giorni e giorni senza insegnanti, scaricati da una classe all’altra o assegnati a tre, quattro e più insegnanti al giorno, con grave danno per la didattica”. Adesso si attendono le risposte della politica e soprattutto della sinistra radicale che fino a pochi mesi ha sfilato nei cortei insieme con i movimenti più o meno spontanei nati nelle scuole di molte città italiane.