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Il ‘Nobel’ in matematica cambia sesso: la prima volta di una donna

Cade un altro tabù. Uno di quei “dogmi” che in tanti si chiedevano come mai esistessero ancora. Si tratta del premio Nobel in matematica, sempre assegnato a uomini. Fino ad oggi, però: il 13 agosto la prestigiosa medaglia Fields, il premio considerato come il ‘Nobel’ di questa disciplina, per la prima volta in 80 anni è andato a una donna, la ricercatrice iraniana naturalizzata statunitense Maryam Mirzakhani, di 37 anni, per i suoi studi sulla geometria iperbolica.

La medaglia, assieme al premio da 15mila dollari canadesi, poco più di 10mila euro, viene assegnata ogni 4 anni a quattro specialisti che si sono distinti nel campo dei numeri che abbiano meno di 40 anni. Quest’anno, oltre a Mirzakhani, che insegna a Stanford, in California, il premio della International Mathematical Union (Icm) è andato anche a Martin Hairer, Manjul Bhargava e Artur Avila.

”Quella iperbolica è una delle tre grandi geometrie che si conoscono dal 1800 – spiega il matematico Piergiorgio Odifreddi – quella euclidea è la più conosciuta, poi ci sono quella sferica e appunto la iperbolica. La terza è quella che meglio si adatta a descrivere lo spazio fisico, lo stesso Einstein quando ha enunciato la sua teoria della relatività si è accorto che lo spazio-tempo è ‘curvo’, e segue proprio le leggi della geometria iperbolica. Le equazioni sviluppate dalla ricercatrice risolvono uno dei problemi più grandi di questa geometria, cioè come calcolare i volumi”. Il premio a una donna, continua l’esperto, non deve meravigliare, perché ormai il luogo comune che vuole questa disciplina poco adatta alle donne è sfatato anche nelle università italiane.

Quanto accaduto a Mirzakhani può anche ‘rassicurare’ le giovani donne che si avvicinano alle materie scientifiche, afferma l’ex ministro per la Ricerca Maria Chiara Carrozza, che è stata anche rettore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. ”Quando ho letto la notizia sono stata molto contenta – afferma Carrozza – perché questo è un bel segnale che attrarrà e rassicurerà le giovani ragazze che si vogliono avvicinare alla matematica, e potrà servire anche ai maschi che ancora pensano che non sia una cosa adatta alle donne”.

Secondo la Corrozza in Italia si dovrebbe fare di più per aumentare il tasso di presenza femminile nelle facoltà scientifiche. ”Nel mondo, soprattutto negli Usa, ci sono programmi appositi, uno dei quali varato dallo stesso presidente Barack Obama: non si tratta di trovare delle scorciatoie per le ragazze, ma di incoraggiarle a scegliere queste materie”, ha concluso l’ex responsabile del MiuR. 

Alessandro Giuliani

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