Su un tema così delicato per gli equilibri territoriali sono intervenuti nel confronto due di Varese, uno di Modena, due di Belluno, due di Ravenna, uno di Alessandria e uno di Torino per un totale di nove rappresentanti eletti al Nord mentre tutti e cinque i parlamentari dell’Italia meridionale membri della Bicamerale sono risultati assenti o, almeno, taciturni.
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La decisione della Bicamerale, scrive Il Mattino, è di quelle epocali: dà il via ufficiale all’attuazione della Costituzione del 2001 e sarà attuata sin dal riparto delle risorse del 2015. Con i «fabbisogni standard» i soldi ai singoli Comuni non saranno più assegnati in base alla spesa storica ma tenendo conto con la maggiore precisione possibile dei reali bisogni della popolazione per tutti i servizi gestiti dai Comuni stessi, dalla sicurezza con i vigili urbani all’anagrafe, dall’illuminazione stradale alla programmazione urbana, dalla gestione del verde alla manutenzione stradale, dalla raccolta dei rifiuti al trasporto pubblico, dalla spesa sociale a quella per l’istruzione fino al famoso servizio di asili nido.
I fabbisogni standard, specifica Il Mattino, sono insomma un grande passo avanti per il controllo della spesa e della qualità dei servizi che però è inciampato in un errore. I tecnici della Sose (società del ministero del Tesoro) e quelli della Copaff (Commissione paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale) hanno infatti deciso di calcolare il fabbisogno misurando i bisogni reali per tutti i servizi tranne che per istruzione e asili nido. In questi due soli casi invece di calcolare le esigenze della popolazione hanno accertato la spesa storica, confermando in pratica la stessa. Per capirsi: mentre per i servizi agli anziani si è verificato il numero di anziani e quindi si è ripartito il fabbisogno tra tutti i Comuni (assegnando una cifra anche a quei Municipi che non erogano alcun servizio) per gli asili nido e per l’istruzione si è considerato solo il servizio effettivamente erogato (nel 2010). Gli anziani sì e i bambini no? Forse perché i primi vivono più al Nord e gli asili mancano più al Sud?
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