Il 19 e 20 dicembre si terranno gli Stati Generali dell’Istruzione. Vi parteciperanno rappresentanti delle famiglie, degli studenti, dei docenti, ed esponenti della cultura, delle professioni e di tutta la società civile. Tutte queste componenti, insieme alla consultazione con i cittadini avviata attraverso tre forum lanciati sul sito del Ministero dell’Istruzione, forniranno i riscontri per varare il piano di riforma dei cicli scolastici e per apportare le eventuali modifiche alla legge 30/2000.
Il documento (che è possibile consultare da ieri sul sito www.istruzione.it) sul quale sarà avviato il confronto è stato elaborato dal Gruppo ristretto di lavoro presieduto dal professor Giuseppe Bertagna e presenta una proposta complessiva per la riorganizzazione dei cicli di studio. I punti principali del documento finale prevedono: il mantenimento della struttura attuale per la scuola primaria (5 anni) e per la scuola media (3 anni) suddivisi in quattro cicli biennali unitari più 4 anni per il ciclo superiore; il diritto-dovere per tutti all’istruzione e/o alla formazione per 12 anni e fino a 18 anni di età; la scelta del percorso di studi a partire dai 14 anni, alla fine della terza media; l’istituzione di due canali paralleli di istruzione e formazione, con possibilità di passaggio dall’uno all’altro; accesso all’università per tutti, anche per coloro che hanno scelto la formazione secondaria in alternanza scuola-lavoro, attraverso eventuali "moduli di riallineamento" dei percorsi di studio precedenti.
Queste in estrema sintesi le proposte di discussione per gli Stati Generali, ma i partecipanti al nostro sondaggio lanciato due settimane fa, si dichiarano contrari per ben il 75% alla proposta Moratti che prevede un’articolazione dei cicli sul modello 5 + 3 + 4. E danno, inoltre, un giudizio estremamente negativo (oltre il 75,3%) sull’ipotesi di riduzione del ciclo di studi superiori da 5 a 4 anni. Anche se le posizioni si dividono in merito alla struttura attuale dei cicli scolastici – il 48,5% si dichiara soddisfatto contro il 51,5% contrario – non sembra, quindi, che le soluzioni proposte dal nel programma di riforma incontrino il favore dei nostri lettori.
Un dato curioso, infine, sul metodo e sulle modalità del dibattito promossi dal ministro Moratti. Se da un lato infatti il 60,7% dei partecipanti considera gli Stati Generali dell’Istruzione un utile strumento di confronto per la riforma del nostro sistema scolastico, ben il 66,4% dimostra un certo scetticismo sull’effettivo ‘peso’ che le opinioni e le indicazioni emerse in occasione di questo grande raduno (che ancora, tra l’altro, non si sa dove si svolgerà) potranno avere sulle scelte del Ministro e del Governo.
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