Molte novità (ma anche altrettante polemiche) accompagneranno la ripresa delle lezioni dopo la pausa natalizia.
Il dibattito che si è sviluppato in occasione degli Stati generali rappresenta insomma una sorta di antipasto rispetto ad menu ben più ricco che verrà offerto nelle prossime settimane a insegnanti, genitori, studenti e capi di istituto.
Intanto ci sono questioni sindacali: il 31 dicembre è scaduto il contratto dei docenti e c’è chi si sta preparando a mettere in cantiere scioperi e proteste, come per esempio i CUB Scuola.
In ogni caso l’11 gennaio – a meno di novità nelle prossime ore – sciopereranno presidi e direttori didattici aderenti ai sindacati confederali, mentre l’ANP minaccia proteste per il 30 gennaio; gli stessi sindacati confederali, poi, preannunciano che il 15 febbraio potrebbe essere la volta dell’intero comparto pubblico (scuola compresa) ad essere chiamato allo sciopero.
Intanto dal primo gennaio hanno cessato di esistere i Provveditorati; in qualche provincia i centralinisti si sono già adeguati e rispondono “Pronto CSA” (è questa la sigla che indica i nuovi Centri di servizio che sostituiscono i vecchi uffici scolastici provinciali).
Le direzioni regionali, intanto, stanno decollando ma negli Irre (che hanno preso il posto degli Irrsae) si respira un’aria pesante dal momento che non si riesce a capire bene quali siano le reali intenzioni del Ministero in merito al futuro dei gloriosi Istituti che dovrebbero occuparsi di ricerca educativa.
Per le 10mila istituzioni scolastiche italiane c’è poi l’incognita del nuovo regolamento di contabilità per la cui applicazione non è pronto neppure il sistema informativo del Ministero che ha già annunciato che le aree destinate alla gestione del bilancio saranno accessibili solo dopo il 14 gennaio.
Il “pasticcio” della data di chiusura delle iscrizioni, fissata in un primo tempo al 10 gennaio e poi spostata al 20, diventa a questo punto una questione di poco conto.
E, per concludere, le polemiche sulla legge finanziaria: c’è da aspettarsi che, dopo la pausa natalizia, riprenderanno anche le proteste di sindacati, studenti e insegnanti contro le nuove regole sulle nomine dei supplenti, sulle modalità di calcolo degli organici e sulla definizione dell’orario di cattedra dei docenti.
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