Sulle scuole d’infanzia, primaria e medie rischia di venirsi determinare un ginepraio politico: mentre il Governo con l’ultimo Dpcm decide di dare ragione alla ministra Lucia Azzolina e tenere aperte le scuole in presenza nel primo ciclo e nella secondaria di primo grado (tranne le zone “rosse” dove la DaD partirà dalla seconda media), da alcune Regioni i governatori fanno propria la facoltà di irrigidire le disposizioni prese dall’esecutivo e confermano le decisioni opposte per un ulteriore periodo: le scuole di ogni ordine e grado continueranno con la DaD. Non solo, c’è chi, come il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, rivendica piena ragione, andando a costituire un pericoloso “muro contro muro”.
“Ci si domanda – dice il governatore campano commentando il Dpcm del 4 novembre – cosa sia cambiato rispetto ai due mesi passati, nel corso dei quali il ministro della Pubblica Istruzione ci ha ripetuto che mai e poi mai si sarebbe chiusa l’attività all’interno delle scuole. Si sono perse settimane preziose e nel frattempo sono aumentati in modo pesante i contagi anche nella fascia 0-18 anni”.
“In più, si prevede per i bambini delle elementari l’obbligo di indossare in classe la mascherina. E’ francamente sconcertante”, dice ancora De Luca facendo intendere che non avrebbe preferito un no alla didattica in presenza per tutti gli alunni.
In serata si è saputo che le scuole in Campania resteranno chiuse, sebbene la Regione sia stata inserita nella lista delle aree “gialle” che prevede didattica in presenza tranne che per le superiori di secondo grado. La Campania, si apprende da fonti della Regione, resterà ferma sulla chiusura di ogni grado delle scuole che proseguiranno con la modalità della didattica a distanza, prevista almeno fino al 14 novembre.
In pratica, dopo la pubblicazione del provvedimento del governo in gazzetta Ufficiale verrà emessa un’ordinanza per confermare la chiusura.
Di diverso avviso è però il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, secondo il quale “alla luce dei contenuti del dpcm, credo che il presidente della Regione Campania debba rivedere la decisione assolutamente non condivisibile della chiusura degli asili e delle scuole elementari che in tutta Italia, addirittura nelle zone più tragicamente colpite, restano aperte”.
L’ex magistrato sostiene che per consentire la scuola in presenza “a Napoli si potrebbero utilizzare spazi all’aperto così come le aule delle scuole superiori che sono chiuse. Organizzando insieme si potrebbe garantire soprattutto ai più piccoli, per cui è molto difficile se non impossibile la didattica a distanza, la scuola in presenza”.
La decisione di proseguire con la DaD per tutte le scuole riguarda però anche la Puglia, dove rimarrà in vigore l’ordinanza regionale con cui già da una settimana circa sono sospese le lezioni in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado, a eccezione della scuola per l’infanzia.
La conferma è arrivata dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e l’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco, precisando che se il Governo nazionale riterrà assolutamente necessaria la riapertura della didattica in presenza, potrà richiedere la revoca dell’ordinanza del presidente della Regione Puglia che la valuterà di intesa col Ministro della Salute.
Come dire, se il premier Giuseppe Conte e il CdM riterranno di contraddire alla decisione della giunta pugliese si dovranno prendere le loro responsabilità.
Sicuramente avranno dalla loro parte sindacati e dirigenti scolastici. L’associazione presidi della Puglia ha fatto sapere, non a caso, che “reputa urgente il ritiro già da oggi dell’ordinanza del presidente Emiliano” sulla chiusura delle scuole. In una nota a firma del presidente regionale Roberto Romito dice che siamo al paradosso perché quella della Puglia è “un’ordinanza più restrittiva delle misure disposte con atto del Governo e che rimarrebbe comunque più restrittiva anche nel caso la Puglia fosse dichiarata zona rossa, massimo livello di rischio”.
L’associazione sostiene che il ritiro dell’ordinanza “sarebbe inoltre funzionale a dare maggiori certezze operative ai dirigenti delle scuole che, qui in Puglia ma anche altrove, hanno visto modificarsi in pochi giorni e più volte gli assetti normativi, con il conseguente stress e caos organizzativo in cui sono precipitate”.
Anche i sindacati pugliesi FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal e GILDA Unams chiedono un incontro urgente al presidente della Regione, Michele Emiliano, e all’Ufficio scolastico regionale la convocazione del tavolo permanente.
Sostengono che la chiusura di primo ciclo e medie “crea evidentemente difficoltà interpretative”, e chiedono “che sia convocato ad horas con estrema urgenza, un incontro per condividere con immediatezza eventuali nuove disposizioni”.
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