Cambiano gli Esami di Stato per l’anno scolastico 2018/2019: un altro dietrofront che non porta a nulla di buono, anzi soltanto ad una dequalificazione del sistema d’istruzione, unita ad una pletora di studenti con una preparazione sempre meno solida e più liquida.
Dopo l’addio al quizzone, la circolare del MIUR sancisce l’addio alla terza prova, riducendo gli scritti da tre a due, eliminando la “temuta” prova Invalsi e l’alternanza scuola lavoro (quest’ultima una vera e propria boiata).
Un decadimento, quello dell’Esame di Maturità, che va a braccetto con il decadimento dell’intero sistema di istruzione con tutte le sue falle.
Non ci resta che attendere ormai la cancellazione dell’Esame di Stato che va a certificare la “maturazione degli immaturi”, di adolescenti che escono dalle scuole superiori che non sanno addirittura “tenere la penna in mano” e spesso consegnano elaborati in bianco perché non possiedono quelle competenze basilari per affrontare l’Università.
Un tempo la Maturità era la prova che faceva letteralmente paura ai maturandi: ora, invece, è diventata una vera e propria barzelletta.
Via dalla prova d’italiano anche il saggio breve: si punta tutto sull’attualità. Ma se gli studenti non leggono un giornale, sono avari di informazioni e quelle poche notizie le apprendono dallo smartphone, mi sapete dire quali argomentazioni devono sviscerare dalla prova d’italiano riguardo all’attualità?
Bisogna invogliare i giovani alla lettura, al piacere di avere tra le mani un quotidiano, altrimenti sono dolori per il presente e per l’avvenire.
Mario Bocola