Lorenzo Fioramonti, viceministro all'Istruzione del Governo Conte
Per la nuova guida del ministero dell’Istruzione, stanno salendo le quotazioni dell’accademico Lorenzo Fioramonti, attuale sottosegretario del M5s all’Istruzione E lui, intanto, si direbbe onorato e contento. Oltre che con le idee chiare sul da farsi.
“Mi piacerebbe portare avanti il percorso che ho iniziato”, ha dichiarato Fioramonti al Corriere della Sera.
“La scuola, la formazione e la ricerca – ha confermato – devono essere al centro del programma perché ormai la conoscenza è il nuovo petrolio”.
La sua eventuale nomina a capo del Miur potrebbe essere una buona notizia per i supplenti cronici: perché, dice ancora il sottosegretario al Miur, “per rilanciare il settore bisogna chiudere la piaga del precariato di scuola, università e enti di ricerca”.
“Ci vogliono – spiega – investimenti di rilievo, certo. Qualcosa abbiamo già fatto con il governo passato”, “abbiamo fatto alcuni provvedimenti importanti ma non significativi. Credo che serva un miliardo aggiuntivo per l’Università e due per la scuola: dobbiamo dare un orizzonte a scienziati e ricercatori che a 45 anni sono ancora supplenti e a quegli insegnanti precari da molti anni”.
Con i due miliardi indicati, però, non si risolverebbe il problema degli stipendi del personale scolastico, tra i più bassi dell’Unione europea. “Vedremo le possibilità – risponde Fioramonti -, di certo dobbiamo risolvere il problema delle classi pollaio: i miei figli vanno a scuola in Germania e lì sono 21 in classe”.
Le priorità, quindi, sarebbero quella di debellare il precariato (rimane da capire se seguendo le indicazioni ultime di chi, tra i grillini, ha guidato la scuola negli ultimi 14 mesi, professando merito e non sanatorie). Assieme a quella di proseguire il disegno di legge, sempre pentastellato, per portare il limite, del numero di alunni per classe , non più derogabile, a 22-23 e 20 in caso vi fossero disabili.
Fioramonti ha già pronta la modalità per reperire le risorse necessari: si tratta di una sorta di Iva ‘intelligente’: ” I fondi – dice – si possono trovare con interventi fiscali mirati, quella che chiamo l’Iva strategica. Bastano delle micro tasse di scopo”.
“Una sulle merendine, una sulle bevande zuccherate, un’altra sui biglietti aerei. Sono beni dannosi per la salute e servizi inquinanti. Ho calcolato che così si possono ricavare 2,5 miliardi”.
Ricordiamo che ad inizio estate, a fine giugno, Fioramonti fu protagonista di un duro sfogo contro il Governo: “Chiediamo un miliardo per ricerca e università. Se non lo avremo, mi dimetto”, aveva detto.
Parlando al Fatto Quotidiano, aveva detto che la cifra di un miliardo, la stessa indicata oggi, non è affatto alta: “No, in verità avremmo bisogno di molto più. È il minimo sindacale che ci permette di ricominciare a lavorare bene”.
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