Il padre che denuncia il Prof e il D.S. è emblematico della situazione che negli ultimi anni la scuola sta vivendo e della fiducia che i genitori, ovviamente non tutti, hanno nei confronti dei docenti e dell’istituzione scolastica. Un caso del genere dieci anni fa sarebbe stato risolto – ed è stato risolto – con una stretta di mano e con una reprimenda all’alunno sopravvissuto alla mancanza del proprio cellulare per un giorno. Alla reprimenda della scuola sarebbe seguita quella del padre, anch’egli sopravvissuto, che probabilmente gliel’avrebbe sequestrato per una settimana.
Oggi le parti si sono invertite: la reprimenda è stata fatta al D.S. e al Prof per non aver seguito la divina norma che impone di non sequestrare il prezioso e vitale aggeggio e, nonostante ciò, il Prof e il D.S. sono stati denunciati dal genitore che non ha potuto sentire il proprio pargolo per inoltrargli, probabilmente, una comunicazione che avrebbe salvato il pianeta. Forse, per salvarlo, sarebbe bastata una telefonata alla scuola. Ma niente, il padre voleva salvarlo attraverso il cellulare, immagino, di ultima generazione.
La questione, come sappiamo, verrà risolta in tribunale e le mani, invece che stringersi, firmeranno verbali, carte bollate e assegni. A qualcosa però questa vicenda – e altre vicende simili – ai docenti servirà: la prossima volta che un genitore chiederà il motivo per il quale non si trovano più docenti accompagnatori per i viaggi di istruzione costoro, invece di sprecare energie in chiacchiere inutili, inoltreranno via mail l’articolo de La Tecnica della Scuola recante il titolo: “Docente sequestra il cellulare ad un alunno, il padre denuncia lui e il dirigente: “Illegittimo, dovevo sentire mio figlio”.
Augusto Secchi
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