Una mamma della scuola elementare Santorre di Santarosa, a Torino, si è presentata dai carabinieri e ha denunciato la preside: “Alla mezza mia figlia è stata prelevata dalla palestra, dove la sua classe stava facendo educazione fisica, e con i suoi due compagni che si portano il baracchino è stata messa in un’aula. Fino al giorno prima mangiava nel refettorio con gli altri, ma dopo la circolare del Comune la preside si è tirata indietro e li ha spostati in una stanza che, dicono, era stata igienizzata, e dove han creato dei tavoli coi banchi”.
Lo scrive La Repubblica che precisa pure che la signora in questione è una delle 58 ricorrenti che avevano vinto la causa in corte d’appello contro il Miur proprio sul panino al posto della mensa e ai militari ha mostrato quella sentenza e le ordinanze successive. La preside, per suo conto, ha spiegato di aver semplicemente applicato la circolare del Comune, e l’assessore torinese all’Istruzione che la difende e aggiunge che “non tutte le famiglie sono disponibili e collaborative”.
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Ci sono direzioni scolastiche che non hanno ancora trasmesso il numero delle disdette dal servizio agli uffici dell’assessorato comunale all’Istruzione, rendendo impossibile concludere il censimento per il 3 ottobre. Ogni scuola si è organizzata in modo diverso, ma lunedì una circolare comunale ha imposto lo stop al pasto promiscuo e alcune di quelle che consentivano il “panino libero” hanno fatto marcia indietro: “Subito la preside era stata morbida e aveva consentito di mangiare il pranzo tutti assieme — ricorda la donna — Ma sapevo sarebbe finita così dopo che ci sono state le prese di posizione dell’associazione delle scuole, dei sindacati e dell’assessorato. L’unica strada ora è denunciare il mancato rispetto di un’ordinanza del tribunale”.
Nella querela si parla di «violazione dell’ordine dell’autorità giudiziaria, discriminazione e lesione del diritto allo studio e all’uguaglianza » e si chiede che il pm individui i reati.