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Il papa contro i politici schiavi delle lobby: guardino alle sette generazioni future, non alle scadenze elettorali

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Dal lontano Canada, il papa invia messaggi che sembrano indirizzati anche all’Italia, prossima, a fine settembre, al ritorno alle urne per decidere chi guiderà la prossima legislatura: la politica, ha detto papa Francesco, deve saper guardare alle “generazioni future” e non solo alle “scadenze elettorali”. E non resti prigioniera degli “interessi di parte” e del “sostegno alle lobby“.

Dopo essersi trasferito da Edmonton a Quebec, seconda tappa del suo viaggio apostolico, il Santo padre invia un messaggio forte al mondo politico.

La guerra è “insensata follia”

Incontrando le autorità del capoluogo francofono – in particolare la governatrice generale Mary Simon e il primo ministro Justin Trudeau – e ancora le popolazioni indigene, ha rinnovato la sua richiesta di perdono per i soprusi subiti dai nativi a causa della politica colonialista di assimilazione e nelle scuole residenziali gestite dalla Chiesa cattolica.

Quindi, il Pontefice ha parlato della politica e della guerra, “insensata follia” contro la quale occorre “lenire gli estremismi della contrapposizione” e soprattutto “non riarmarsi”.

“Le grandi sfide di oggi, come la pace, i cambiamenti climatici, gli effetti pandemici e le migrazioni internazionali sono accomunate da una costante: sono globali, riguardano tutti. E se tutte parlano della necessità dell’insieme, la politica non può rimanere prigioniera di interessi di parte”, avverte il papa.

Guardare la futuro

“Occorre saper guardare, come la sapienza indigena insegna, alle sette generazioni future, non alle convenienze immediate, alle scadenze elettorali, al sostegno delle lobby. E anche valorizzare i desideri di fraternità, giustizia e pace delle giovani generazioni”, aggiunge.

E ancora: “C’è bisogno di politiche creative e lungimiranti, che sappiano uscire dagli schemi delle parti per dare risposte alle sfide globali”, ribadisce il Papa.

No alla guerra

“Non abbiamo bisogno di dividere il mondo in amici e nemici, di prendere le distanze e riarmarci fino ai denti: non saranno la corsa agli armamenti e le strategie di deterrenza a portare pace e sicurezza”.

Bisogna invece “impedire che i popoli siano tenuti nuovamente in ostaggio dalla morsa di spaventose guerre fredde allargate”. E qui Francesco cita anche un’intervista della scrittrice Edith Bruck ad Avvenire, ricordando che “una testimone di tragiche violenze passate ha recentemente detto che ‘la pace ha un suo segreto: non odiare mai nessuno”.

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