La “Lettera sul compito urgente dell’educazione”, firmata da Benedetto XVI il 21 gennaio scorso, è stata simbolicamente consegnata sabato 23 febbraio, nel corso di una speciale Udienza che si è tenuta in Piazza San Pietro al parroco di San Giuda Taddeo, don Attilio Nostro, alla famiglia Danilo e Angela Cartacci unitamente alle loro tre figliuole, al dirigente scolastico Francesco La Rosa, alla docente universitaria Annamaria Favorini, alla studentessa Anna De Benedettis e ad altri allievi e docenti delle scuole pubbliche, statali e non statali, ad una rappresentanza di scout, ad un allenatore sportivo, e ai religiosi.
In tutto una quarantina di persone, mentre il Vicariato di Roma ha provveduto già a distribuirne un milione abbondante alle parrocchie e alle scuole.
Il Papa ha indirizzato la Lettera alla Diocesi e alla Città di Roma in coincidenza con il tema dell’anno pastorale romano dedicato a “Gesù è il Signore. Educare alla fede, alla sequela, alla testimonianza”. Per il contenuto e “le indicazioni, semplici e concrete, sugli aspetti fondamentali e comuni dell’opera educativa”, la Lettera può tornare utile anche al di fuori delle mura capitoline.
Nel suo discorso il Santo Padre ha dichiarato che “ci muove una comune sollecitudine per il bene delle nuove generazioni, per la crescita e per il futuro dei figli che il Signore ha donato a questa città. Ci muove anche una preoccupazione, la percezione cioè di quella che abbiamo chiamato “una grande emergenza educativa”. Educare non è mai stato facile e oggi sembra diventare sempre più difficile: perciò non pochi genitori e insegnanti sono tentati di rinunciare al proprio compito, e non riescono più nemmeno a comprendere quale sia, veramente, la missione loro affidata. Troppe incertezze e troppi dubbi, infatti, circolano nella nostra società e nella nostra cultura, troppe immagini distorte sono veicolate dai mezzi di comunicazione sociale”
Il Pontefice ha parlato anche della “crisi” che sta vivendo la scuola di fronte ad una più crescente domanda educativa che sta venendo da più fronti della società. Ai genitori ha chiesto di rimanere saldi nel “reciproco amore” e ai docenti “di avere un concetto alto e grande del vostro impegnativo lavoro, nonostante le difficoltà, le incomprensioni, le delusioni che troppo spesso sperimentate”
Benedetto XVI ha avuto una parola di incoraggiamento per tutti. Ai “cari genitori” ha raccomandato “di rimanere saldi, per sempre, nel vostro reciproco amore” e di conservare “l’eredità più preziosa e duratura, che consiste nell’esempio di una fede quotidianamente vissuta”; ai docenti “di avere un concetto alto e grande del vostto impegnativo lavoro, nonostante le difficoltà, le incomprensioni, le delusioni che troppo spesso sperimentate”; ai “cari sacerdoti, religiosi e religiose, catechisti, animatori e formatori delle parrocchie, dei gruppi giovanili, delle associazioni e movimenti ecclesiali, degli oratori, delle attività sportive e ricreative, cercate di avere sempre, verso i ragazzi e i giovani che accostate, gli stessi sentimenti che furono in Gesù Cristo (cfr Fil 2,5). Siate dunque quegli amici affidabili nei quali essi possano toccare con mano l’amicizia di Gesù per loro, e al tempo stesso siate i testimoni sinceri e coraggiosi di quella verità che rende liberi (cfr Gv 8,32) e che indica alle nuove generazioni la via che conduce alla vita”.
Un ultimo pensiero è per i giovani: “siete chiamati ad essere gli artefici della vostra crescita morale, culturale e spirituale. Sta a voi, dunque, accogliere liberamente nel cuore, nell’intelligenza e nella vita il patrimonio di verità, di bontà e di bellezza che si è formato attraverso i secoli e che ha in Gesù Cristo la sua pietra angolare. Sta a voi rinnovare e sviluppare ulteriormente questo patrimonio, liberandolo dalle tante menzogne e brutture che spesso lo rendono irriconoscibile e provocano in voi diffidenza e delusione. Sappiate comunque che in questo non facile cammino non siete mai soli: vi sono vicini non soltanto i vostri genitori, insegnanti, sacerdoti, amici e formatori, ma soprattutto quel Dio che ci ha creato e che è l’ospite segreto dei nostri cuori. Egli illumina dal di dentro la nostra intelligenza, Egli orienta al bene la nostra libertà, che spesso avvertiamo fragile e incostante, Egli è la vera speranza e il fondamento solido della nostra vita. Di Lui, anzitutto, ci possiamo fidare”.
Papa Ratzinger ha avuto parole di affetto per “i fanciulli, adolescenti e giovani, chiamati ad essere gli artefici della vostra crescita morale, culturale e spirituale”.
Papa Ratzinger ha avuto parole di affetto per “i fanciulli, adolescenti e giovani, chiamati ad essere gli artefici della vostra crescita morale, culturale e spirituale”.