“Dio di giustizia, tocca il cuore di imprenditori e dirigenti: provvedano a tutto ciò che è necessario per assicurare a quanti lavorano un salario dignitoso e condizioni rispettose della loro dignità di persone umane”: a dirlo è stato Papa Francesco, domenica 8 settembre, nella “preghiera per i lavoratori” al cantiere di Mahatazana, ad Antananarivo.
Nel condannare il lavoro minorile, il Santo Padre ha fatto riferimento anche ai docenti, che quando percepiscono stipendi troppo bassi sono costretti a svolgere altre attività.
“Sappiano le nostre famiglie che la gioia di guadagnare il pane è perfetta quando questo pane è condiviso. Che i nostri bambini non siano costretti a lavorare, possano andare a scuola e proseguire i loro studi, e i loro professori consacrino tempo a questo compito, senza aver bisogno di altre attività per la sussistenza quotidiana“.
Quello che non è chiaro è se il Papa si riferisse anche ai compensi dei docenti dei Paesi moderni. Come nella stessa Italia, dove mediamente risultano più bassi di quelli assegnati a colleghi insegnanti europei del 20-30% e in alcuni casi, come la Germania, addirittura quasi dimezzati.
Nella preghiera, il Papa ha invocato, quindi, “tra i lavoratori uno spirito di vera solidarietà. Sappiano essere attenti gli uni agli altri, incoraggiarsi a vicenda, sostenere chi è sfinito, rialzare chi è caduto”, ha continuato.
“Il loro cuore non ceda mai all’odio, al rancore, all’amarezza davanti all’ingiustizia, ma conservino viva la speranza di vedere un mondo migliore e lavorare per esso”, ha aggiunto: “Sappiano, insieme, in modo costruttivo, far valere i loro diritti e le loro voci e il loro grido siano ascoltati”.
“Fa’ che il frutto del lavoro permetta ad essi di assicurare una vita dignitosa alle loro famiglie – ha detto ancora il Papa nella preghiera -: che trovino in esse, alla sera, calore, conforto e incoraggiamento, e che insieme, riuniti sotto il tuo sguardo, conoscano le gioie più vere”.
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