“Oggi c’è una aggressività che scoppia, basta pensare nella scuola al bullismo, è una aggressività nascosta, è un problema sociale”: è uno dei temi affrontati da Papa Francesco durante il suo intervento a Che tempo che fa su Rai Tre.
“Il problema dell’aggressività sociale lo hanno studiato psicologi e sociologi bene. Sottolineo che è cresciuto il numero dei suicidi giovanili”, ha detto il pontefice.
Papa Francesco ha quindi ricordato quanto è importante il ruolo della scuola sulla sana crescita dei giovani.
“L’aggressività va educata, di per sè non è negativa, può essere positiva ma può essere distruttiva e inizia con la lingua, il chiacchiericcio – ha sottolineato il Papa – : nelle famiglie e nei quartieri distrugge l’identità. Se hai una cosa contro l’altro o te la tieni o meglio dirla in faccia ed essere coraggiosi”.
Durante l’intervista, Papa Francesco ha detto che “l’ironia è una medicina che non va mai persa” perché “aiuta a relativizzare tutto”.
Ha quindi detto di avere “pochi amici, ma veri: ho bisogno degli amici, mi danno forza”.
Ha quindi ricordato che da bambino voleva diventare macellaio, poi si interessò della chimica (“mi ha sedotto”), ma alla fine su tutto ha prevalso “la chiamata di Dio”.
Il conduttore, Fabio Fazio, gli ha ricordato del fatto che dal 16 luglio del 1990 ha deciso di non guardare più la tv: “non guardo la televisione, questo non perché la condanno”, ha replicato il pontefice ricordando il voto alla Madonna del Carmine.
Dopo essersi rivolto a chi non prega (“può mandarmi ondate positive, ne ho bisogno”), il Papa ha parlato di un film di Vittorio De Sica che faceva l’indovino e leggeva le mani, chiedendo “grazie 100 lire”: io invece, ha concluso, vi dico “100 preghiere, 100 lire, 100 preghiere, grazie”.
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