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Il Papa: teniamo alta la qualità delle scuole cattoliche. Ma tra i giovani cala la fede

Le scuole cattoliche sono un patrimonio prezioso per la Chiesa e l’Italia”: a dirlo è stato Papa Benedetto XVI, il 9 maggio, dopo aver recitato il Regina Coeli in piazza San Pietro per l’Angelus domenicale coinciso con il termine della 30esima Maratona di Primavera – Festa della Scuola Cattolica. Il Pontefice si è poi rivolto a “dirigenti, docenti, alunni e genitori delle scuole cattoliche di Roma, del Lazio e di altre parti d`Italia: vi auguro di concludere nel modo migliore l`anno scolastico, soprattutto vi incoraggio a tenere sempre alta la qualità dell`istruzione e dell`educazione nelle vostre scuole”.
L’invito di Papa Ratzinger a tenere alta l’attenzione per gli istituti cattolici – la cui presenza sul territorio non appare comunque in calo – non sembrerebbe coincidere con l’attaccamento dei giovani italiani verso la fede. Da una ricerca realizzata dall`Istituto Iard, su commissione della diocesi di Novara, nell`ambito del progetto Passio 2010, risulta infatti che i giovani italiani d`età compresa tra i 18 e i 29 anni che si dichiarano apertamente cattolici sono appena il 52,8: ma quel che preoccupa di più la Chiesa è il fatto che rispetto al 2004 si sia registrata un secco -14%.
Decisamente indicativo anche il dato in base al quale scenderebbe, sempre tra i giovani, la fiducia nella Chiesa tra i non credenti: soltanto il 2% la definisce “alta” o “molta alta”. In calo anche (del 3%) il numero degli under 29 italiani che ritengono importante la religione per la propria vita, ma nello stesso tempo si registra un leggero aumento di chi la definisce “molto importante” (+1,8%). Secondo i commentatori dello studio, pubblicato anche su “Famiglia cristiana”, rispetto alle recenti indagini si osservano in particolare due fenomeni. Si tratta di una conferma e di una parziale novità. Da un lato si rafforza la religiosità del “fai-da-te” di cui i sociologi parlano da decenni. Dall`altro si assiste a una polarizzazione delle scelte: chi rimane cattolico è sempre più convinto; quanti non lo sono mai stati o non lo sono più dimostrano una distanza maggiore dalla Chiesa di Roma, talvolta una vera e propria ostilità, pur coltivando un certo interesse per la dimensione spirituale.
Lo studio, peraltro, non farebbe altro che confermare la disaffezione degli studenti per la religione cattolica: al di là del dato nazionale, con oltre il 90% di iscritti che si avvalgono dell’ora di religione (“viziato” dall’altissima percentuale di adesioni nella scuola dell’obbligo), è un dato di fatto che negli ultimi anni si sia ravvisato un sempre maggiore distacco. Significativo, in questa direzione, il crollo in alcune zone d’Italia, come l’hinterland milanese.
Alessandro Giuliani

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