I lettori ci scrivono

Il paradosso: “Ho una laurea magistrale ma non posso insegnare quasi nulla”

Con una laurea in Lettere Moderne e una Magistrale in Informazione e sistemi editoriali (LM-19),  conseguita con il massimo dei voti, quali materie posso insegnare? A quanto pare, nessuna.

La regola vuole che l’accesso a una classe di concorso dipenda dal codice di laurea magistrale. Con la laurea LM-19, si può accedere solo ed esclusivamente all’insegnamento di “Teoria della comunicazione” (A-065), che si eroga negli Istituti tecnici, ma solo quelli con un certo indirizzo (grafica), e solo per due ore a settimana nel terzo e quarto anno.

Nella mia provincia (Monza e Brianza) è stato reso disponibile solo uno spezzone orario di 5 ore. Cinque ore in una sola scuola in una delle province più popolose di Italia. In altre regioni neppure quello, dovrei considerarmi fortunata?
Oltre al danno, la beffa che negli stessi istituti questa materia non viene affidata alla corrispettiva classe di concorso istituita (A-065) ma ai laureati in Filosofia e Scienze Umane.
Rispetto ai laureati di altre magistrali umanistiche noi della LM-19 non possiamo integrare i crediti degli esami per accedere alle classi di insegnamento per le materie letterarie alle scuole medie e superiori. Quindi, pur avendo sostenuto nel nostro percorso esami di Storia, Letteratura italiana, Latino, Filologia, Geografia, Storia della Lingua, Letterature comparate, Linguistica, più materie specifiche come Storia dell’Editoria e del Giornalismo, non possiamo far valere nessuna delle competenze acquisite.

Capisco che questo vincolo sia nato dalla necessità burocratica di fare ordine e dare struttura a un sistema complesso – quello della scuola italiana – ma possibile che la laurea triennale, nel caso di un percorso “3+2”, non abbia alcun peso nel diritto di accesso a una certa materia?

Come accennavo, io ho una laurea triennale in Lettere. Una laurea triennale corrisponde a 180 crediti totali. Poi viene la magistrale con altri 120 crediti. Negli ultimi due anni di studi ho seguito molti altri corsi di Letteratura, che erano caratterizzanti del corso di laurea in Editoria. Facendo un rapido calcolo risulta evidente che due terzi del mio impegno totale universitario sarebbe stato dedicato interamente alle discipline letterarie.
Com’è possibile che non abbia diritto di accedere alla classe di concorso di Lettere e insegnare questa materia?

Alla luce della situazione descritta, vorrei chiedere alla Ministra dell’Istruzione e agli organi competenti, a nome mio e di tutti i colleghi, di effettuare QUANTO PRIMA la revisione delle classi di concorso, una richiesta che avanziamo da tempo. 

Quello che descrivo è il mondo in cui siamo immersi noi giovani, noi precari, noi che viviamo lontano anni luce dai salotti e dalle stanze del potere. Chiediamo che riconosciate l’immensa gravità della situazione e rimediate agli errori che stanno impedendo alla classe A-065 di accedere all’insegnamento.

Claudia Porta

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