La scorsa notte è stata firmata la bozza del nuovo contratto dei dirigenti scolastici.
Nel nuovo contratto è prevista l’equiparazione ai dirigenti pubblici dello stesso comparto almeno per quanto riguarda la retribuzione della parte fissa
La firma arriva dopo quasi dieci anni di attesa e sei mesi di trattativa serrata.
La retribuzione dei presidi è costituita da tre voci: quella base (43.310 euro all’anno), più due quote: una fissa che è di 3.500 euro all’anno (mentre per gli altri dirigenti è di 12 mila euro) e una parte variabile.
Secondo i dati OCSE (2018), i presidi italiani la retribuzione media è di 72 mila euro, e questo spinge l’Italia nella parte alta della classifica. In realtà, però, il loro stipendio è in media inferiore di circa un terzo rispetto a quello degli altri dirigenti statali.
La situazione cambia con i docenti. La differenza con i dirigenti scolastici è evidente. I presidi risultano meglio pagati della media dei laureati, mentre gli insegnanti sono ben al di sotto degli altri laureati.
Lo stipendio dei docenti in Germania è praticamente doppia che in Italia, per tutti i gradi di scuole e per tutte le anzianità, molto al di sopra della media europea; la Spagna, ha retribuzioni sempre al di sopra della media europea, soprattutto quelle iniziali; la Francia, ricalca l’andamento europeo, ma con le retribuzioni intermedie più basse; l’Italia, infine, parte in linea con l’Europa, si mantiene allineata fino all’anzianità di 15 anni e termina a fine carriera molto più in basso.
NOTA BENE i dati italiani sono riferiti alla situazione precedente il rinnovo del contratto scuola 2016-2018
Ecco quanto guadagnano i docenti in base all’anzianità di servizio e all’ordine scolastico di appartenenza.
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