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Il parere del Cnam sugli ordinamenti didattici

La riforma d’Accademie e Conservatori, introdotta con legge 21 dicembre 1999, n. 508, è andata avanti in questi anni nell’attesa degli ulteriori passaggi regolamentari con una serie di sperimentazioni tuttora in atto.
E’ stato introdotto il sistema universitario dei crediti, il sistema di diploma triennale e del diploma specialistico secondo lo schema del 3+2. 
Nel campo delle discipline di studio si è assistito, inoltre, ad una crescita significativa delle discipline impartite. Si sono integrati nei curricoli discipline legate all’informatica e alla multimedialità senza trascurare l’insegnamento dell’inglese. I crediti necessari per ottenere il diploma di primo livello sono 180. Con l’attuale parere il Cnam, organo consultivo per l’alta formazione artistica e musicale, si esprime sull’inquadramento delle materie d’insegnamento nei vari settori disciplinari.
Gran parte delle discipline tradizionali rimane inalterata, altre invece hanno subito lievi ridefinizioni. 
Accanto a queste sono elencate, anche per affinità nuove discipline, convergenti, che integrano il piano di studi. Infine emergono insegnamenti di nuovo conio. 
E’ bene dire che il nuovo impianto e l’insegnamento delle nuove materie è già una realtà nelle Accademie e Conservatori, da alcuni anni. 
La nuova definizione degli obiettivi formativi dei corsi di 1° livello triennali e l’introduzione dei nuovi insegnamenti è già avvenuta, negli anni scorsi. Infatti, la panoramica offerta oggi costituisce, per così dire, la formalizzazione dell’esistente per superare la sperimentazione e transitare nel regime ordinamentale. I corsi accademici di primo livello sono oggi cinque o sei nella maggioranza delle Accademie e nel prossimo futuro se ne potranno attivare altri. 
Le materie previste, che possono sembrare, ictu oculi troppe, potranno avere utilizzo con l’aumento futuro dei corsi.
Accanto alla regolamentazione didattica del triennio occorre prevedere anche analoga iniziativa per i bienni specialistici. 
E’ auspicabile che ciò avvenga speditamente, perché tutto l’apparato della riforma abbia esecuzione. Tra le altre conseguenze della regolamentazione didattica, c’è anche la possibilità per il ministero di bandire nuovi concorsi per i docenti. Naturalmente la chiarezza dei percorsi didattici deve servire per un miglior approccio degli studenti ai vari curricoli e per una scelta più fruttuosa e consapevole.

Per visionare il Parere prot. n. 9685 del 28 dicembre 2007 consulta il box “Approfondimenti”.

Elio Calabresi

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