Il Fontanone del Gianicolo e il Teatro di Marcello, poi le scuderie di Villa Torlonia, le serre di Villa Pamphilj, i Padiglioni cinquecenteschi di Villa Aldobrandini, e il Sepolcro degli Scipioni: sono i complessi archeologici che il Campidoglio sta pensando di cedere in concessione a privati per sette-otto anni, in cambio del loro restauro e di un utile pecuniario per alleviare il disastrato bilancio comunale.
Dopo la cessione dei nidi e delle scuole materne che ha agitato le cronache, il Messaggero oggi pesca dal documento unico di programmazione (Dup) 2016-2018 del Comune una sezione redatta dalla Sovrintendenza capitolina ai beni culturali che contiene il piano per la messa a reddito del patrimonio culturale. Un’idea della Giunta Marino, confermata dalla gestione commissariale di Francesco Paolo Tronca.
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I beni interessati dalla misura devono essere urgentemente restaurati, ma il Comune non ha le risorse per farlo, e per questo pensa all’intervento di gestori privati.
Per ripristinare la Fontana dell’Acqua Paola, infatti, servono 360mila euro, altri 300mila per recuperare una porzione delle scuderie di Villa Torlonia, l’Arco dei Quattro Venti all’ingresso di Villa Pamphilj costerà 150mila euro, le serre della Villa ben 700mila euro, mentre i due casali del Sepolcro di Priscilla e quello degli Scipioni hanno bisogno di 384mila e 300mila euro rispettivamente.
Il restauro dei due padiglioni cinquecenteschi di Villa Aldobrandini a via Nazionale, a un mese dalla riapertura prevista per fine gennaio, vale ben un milione di euro, dopo anni di abbandono forzato, mentre ben 7,5 milioni di euro quello del Teatro di Marcello. Risorse ingenti che il Comune non saprebbe come trovare, nelle condizioni attuali di bilancio, e che spera di poter accollare a gestori profit che mettano a valore le opere per eventi ed altri intrattenimenti.