Alla luce dei delicati rapporti tra scuola e famiglie che a volte sfociano in atteggiamenti al di fuori del buon senso civico, si vuole evidenziare una parte dell’introduzione proposta dall’ex ministro Maria Stella Gelmini nel Quaderno del patto di corresponsabilità educativa.
In tale circostanza si scrive: “Il Patto Educativo viene instaurato sin dalle primissime fasi di ingresso nella scuola – quale è, ad esempio, il momento dell’iscrizione alla specifica istituzione scolastica – e comporta una descrizione e sottoscrizione di specifici e reciproci impegni che legano la scuola, la famiglia, i ragazzi”.
A grandi linee, tale impegno attiene a diversi, essenziali, livelli di contenuto quali:
a) il piano dell’offerta formativa (centrato sulla promozione di benessere e successo dello studente, sulla sua valorizzazione come persona, sulla sua realizzazione umana e culturale; partecipato e sottoscritto dai genitori che si assumono la responsabilità di discuterne con i figli; condiviso con gli insegnanti e la famiglia, discutendo collegialmente ogni singolo aspetto di responsabilità);
b) l’area della relazionalità (costruzione di un clima orientato al dialogo, all’integrazione, all’accoglienza, al rispetto reciproco e promozione del talento e dell’eccellenza, dei comportamenti solidali, gratuiti, civili; condivisione con i genitori di linee educative comuni, in continuità con l’azione educativa scolastica; stile comportamentale positivo e corretto nei confronti dell’ambiente scolastico da parte degli studenti);
c) il tema della partecipazione (ascolto attivo e coinvolgimento di studenti e famiglie, nell’ottica dell’assunzione di responsabilità rispetto al piano formativo; collaborazione attiva delle famiglie e informazione continua circa il percorso didattico educativo dei propri figli; frequenza regolare ai corsi e assolvimento degli impegni di studio, accanto ad un atteggiamento partecipativo e responsabile nei confronti della vita scolastica da parte degli studenti);
d) l’ambito più specifico degli interventi educativi (comunicazione costante con le famiglie e mantenimento del rispetto delle norme di comportamento da parte dei ragazzi, con disposizione di eventuali, adeguati provvedimenti disciplinari; visione delle comunicazioni provenienti dalla scuola, e riflessione critica e costruttiva con i figli circa gli eventuali provvedimenti disciplinari assegnati; comunicazione in famiglia da parte dei ragazzi in merito a quanto espresso dagli insegnanti e promozione di situazioni di integrazione e solidarietà in classe da parte degli studenti).
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