L’educazione deve tornare al centro del mondo. Lo sa bene il Papa. E non lo manda a dire. “Non cambieremo il mondo se non cambiamo l’educazione”, ma oggi “il patto educativo tra le famiglie, la scuola e lo Stato, è rotto, è assai rotto e non si può semplicemente incollare”, ha detto il Santo Padre, parlando il 5 febbraio in videoconferenza con alcuni ragazzi disabili di varie parti del mondo aderenti al progetto educativo ‘Scholas occurrentes’.
Papa Francesco ha tenuto a ricordare che il patto educativo rotto significa che l’educazione viene affidata “agli agenti educativi che pagati male devono portare sulle loro spalle questa responsabilità”, perciò, ha aggiunto, “voglio esprimere il mio omaggio ai docenti che si sono trovati con questa patata bollente in mano”.
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Ma ricucire il patto educativo è ancora possibile: secondo Bergoglio è però necessario uno sforzo di “armonizzazione” tra tutti i responsabili, un’armonizzazione, ha insistito, che può passare solo attraverso “l’educazione alla bellezza”, che si esprime nelle tanti arti come la pittura, la scultura e la letteratura.
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