Da genitore penso il patto educativo Scuola-Famiglia sia rotto da tempo anche perchè, spesso, le istituzioni scolastiche non dicono completamente la verità ai genitori sulle questioni organizzative, e quando i genitori poi lo scoprono non possono che disaffezionarsi.
Ad esempio:
non si dice con sufficiente chiarezza che c’è la possibilità di organizzare nuove classi prime con moduli orari differenti da quelli in uso nell’istituto scolastico, ad esempio 27 ore settimanali invece che 40.
Non si dice che i criteri di formazione delle classi sono definiti e votati in Consiglio d’Istituto e che quindi non si possono smembrare e riaggregare classi senza averne prima discusso con i genitori rappresentanti.
Non si dice che le sedute dei Consigli d’Istituto sono pubbliche e che possono partecipare tutti i genitori, anche i non rappresentanti, seppur senza diritto di parola, come avviene per i consigli comunali.
Non si dice che per le elezioni dei Consigli d’Istituto le liste di candidati genitori si dovrebbero formare per iniziativa dei genitori, e non dei dirigenti scolastici.
Ecc. ecc.
Sembra che ci sia come un “muro” di omertà da parte degli insegnanti, nel non mettere al corrente i genitori dei loro diritti più “pratici” a scuola.
Diritti che hanno poco a che vedere con la didattica.
Sembra che a questo “muro” appartengano anche gli insegnanti che, per gli ideali che professano, dovrebbero essere più “vicini” ai genitori.
Ho conosciuto e conosco molti insegnanti e dirigenti scolastici.., diversi di loro anche molto bravi con gli alunni, ma bravi fino in fondo, anche con i genitori, purtroppo ne conosco solo uno.
Uno su diverse decine…
L’educazione civica a scuola, come materia obbligatoria, potrebbe cambiare questa situazione.
A mio avviso, l’informare le persone a proposito dei loro diritti è un comportamento civico inscrivibile nei doveri di solidarietà sociale di cui parla l’Art.2 della nostra Costituzione italiana.
“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”
Sarebbe un controsenso se i docenti, appartenenti ad una categoria chiamata ad insegnare l’educazione civica, non la mettessero poi in pratica con i genitori dei loro alunni.
Stefano Terraneo, componente del Forags Lombardia per conto di Age Lombardia