Un gruppo di docenti del Liceo Socrate di Roma si è trovato a discutere di recente dei PCTO, la nuova denominazione assunta dalla cosiddetta “alternanza scuola-lavoro” istituita dalla legge 107/2015. Ne è nato un appello, nel quale sono state svolte delle riflessioni sul tema, che di seguito sintetizziamo.
Siamo perfettamente d’accordo sul fatto che la scuola, licei compresi, debba essere aperta alla società. Il problema è però la determinazione della natura del rapporto tra formazione e società e, con esso, l’idea di scuola che ha chi ha strutturato i percorsi di alternanza con le caratteristiche che essi hanno ora.
Questi sono stati introdotti in una scuola che era già stata fortemente depotenziata nelle risorse, con provvedimenti che avevano determinato la riduzione dell’orario scuola e l’aumento del numero degli studenti per classe. Sin da subito hanno goduto di uno status privilegiato, ed essendo tutte attività che si svolgono in orario scolastico, è evidente quanto questo ne risulti ridimensionato, con la tacita accettazione della rinuncia a molte ore delle materie curricolari.
Ciò è perfettamente tollerabile per un legislatore che guarda alla scuola come luogo esclusivo delle competenze: le conoscenze che concorrono a una formazione critica e consapevole rimangono ai margini, dietro un saper fare in grado di adattarsi a contesti sempre mutevoli.
A nostro avviso il rapporto con la società che i licei devono avere è invece più articolato e complesso. Per prima cosa occorre riconoscere che per essi l’interlocutore primario è il mondo dell’università. In tale prospettiva, un orientamento ben potenziato, con finanziamenti adeguati, può assolvere in maniera più efficace a funzioni che attualmente sono assegnate anche a PCTO.
Vi è poi l’area ampia dei progetti. Siamo ben consapevoli del rischio, che tutti abbiamo sperimentato, della trasformazione della scuola dell’autonomia in un progettificio. Ciò tuttavia si può arginare se il collegio dei docenti recupera la propria centralità nella selezione e nella valutazione delle proposte sulla base della loro valenza didattica.
Anche l’attività didattica ordinaria, a nostro avviso, può e deve coprire campi che erroneamente si pensa siano competenza esclusiva dell’alternanza. Le conoscenze relative alla cultura, al divenire storico, alle scienze sociali, agli ambiti propriamente scientifici così come a quelli tecnici, concorrono a fornire agli studenti coordinate di relazione con il mondo nelle sue molteplici varietà. Si pensi ai corsi di informatica, a quelli sull’uso di programmi che si ritrovano in alcuni settori professionali, alla realizzazione di siti web, alle esperienze nei laboratori, agli esercizi su varie tipologie di scrittura, alle attività motorie, e potremmo continuare a lungo.
Dal complesso di queste valutazioni, da cui emergono le proposte che si sono sinteticamente esposte, consegue l’idea che i PCTO così come sono strutturati vadano aboliti. Le attività che abbiamo proposto in loro sostituzione, che concorrono al mantenimento della relazione della scuola con l’esterno, andrebbero svolte in orario extra-scolastico e sarebbero scelte volontariamente dagli studenti, senza una quantificazione preventiva del numero di ore.
Ci rivolgiamo pertanto ai colleghi degli altri istituti, a cominciare da quelli di Roma, perché sottoscrivano il nostro documento o sviluppino analoghi momenti di confronto, per costruire insieme una grande assemblea cittadina a fine marzo.
Al presente link il testo integrale del documento (con possibilità di firmarlo)
Prof. Marco Zerbino, Liceo Socrate, Roma
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