Non era una dichiarazione estemporanea quella del segretario del Pd, Enrico Letta, sulla necessità di aumentare gli stipendi dei docenti italiani portandoli alla media di quelli europei. Alle parole pronunciate dal leader del Partito Democratico hanno fatto seguito quelle della segreteria del dem che guardano agli errori fatti negli ultimi anni, anche dallo stesso Pd. Fonti del Nazareno, riportate dalle agenzie di stampa, infatti, indicano l’esigenza di condurre “in cinque anni gli stipendi dei docenti ai livelli di quelli dei colleghi dei principali paesi europei. Dopo anni di errori, anche nostri, e dopo le difficoltà della Dad, dobbiamo dimostrare che abbiamo capito”.
ll Partito Democratico si conferma anche ostile alla figura del “docente esperto”, benché lo avesse sempre sostenuto durante l’approvazione, quindi sia del DL 36, sia della sua conversione in legge che ha poi portato alla Legge 79/2022.
“Il Pd è contrario, punto – fanno sapere dal Nazareno – C’è un contratto scaduto e bisogna ripartire da lì. E comunque non si prendono queste decisioni senza coinvolgere la comunità scolastica”.
Durante la giornata del 10 agosto si sono quindi susseguite le dichiarazioni di diversi parlamentari Pd a sostegno di questa doppia tesi.
“Le parole pronunciate ieri dal segretario Enrico Letta sono il segno chiaro di un programma di governo che mette al centro i giovani e la scuola”, hanno detto Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera e Simona Malpezzi capogruppo Pd al Senato.
“In Italia – dicono le due capogruppo – la carriera di docente è meno ambita rispetto ad altri Paesi perché la professione non gode di adeguato riconoscimento in termini di prestigio, retribuzione e carriera. Le retribuzioni del nostro corpo docente sono tra le più basse in UE. Per questo se vinceremo le elezioni intendiamo entro il 2027 pagare i nostri docenti con una retribuzione nella media degli altri insegnanti europei”.
Malpezzi e Serracchiani sostengano che occorre “rinnovare il contratto per affrontare nodi cruciali come la progressione di carriera, la definizione degli incarichi e la qualificazione professionale. Capiamo il nervosismo della destra: loro hanno solo tagliato sull’istruzione ogni volta che sono andati al governo, a partire dagli insegnanti. Mentre Meloni, Salvini e Berlusconi parlano esclusivamente di tasse inique e ingiuste per favorire i più abbienti, noi pensiamo a migliorare la nostra scuola pubblica”.
Pronta è stata la replica di Fratelli d’Italia, attraverso i deputati di Fratelli d’Italia Paola Frassinetti, vicepresidente della commissione Cultura della Camera e responsabile dipartimento istruzione FdI ed Ella Bucalo responsabile scuola: “Il PD continua in questa campagna elettorale ad usare in modo spregiudicato il personale docente”.
“Avrebbero potuto in tanti anni di governo reperire le risorse per garantire un aumento adeguato dei contratti ai docenti e avrebbe potuto farlo anche nel decreto Aiuti bis, per contenere l’inflazione (mancano ancora dieci punti percentuali per il 2008/2021)”.
Frassinetti e Bucalo sostengono che “nulla di tutto questo è accaduto se non, a peggiorare la situazione, l’istituzione del docente esperto (uno solo per scuola) che percepirebbe uno stipendio di quasi 5mila euro mentre per tutti gli altri docenti non è stato previsto alcun aumento. Letta sta facendo solo promesse vane ma – concludono – si è ben guardato di aiutare i docenti quando era al governo“.
Poco prima, anche il sottosegretario all’Istruzione leghista Rossano Sasso, aveva replicato Letta “bollando” le sue parole come “promesse a vanvera da chi ha penalizzato la scuola”.
“A Enrico Letta – ha detto ancora Sasso – chiedo con la massima umiltà di portare rispetto agli insegnanti, che non sopportano più di essere presi in giro dal PD, un partito che prima di fare qualsiasi promessa dovrebbe chiedere scusa al nostro personale docente, educativo ed Ata.
Senatori e deputati Pd, invece, fanno quadrato con il proprio segretario. “Sono imbarazzanti le polemiche di fronte a questa proposta che dovrebbe unire da parte di chi è tutt’ora in carica come sottosegretario alla scuola, non ha mai prodotto un risultato in questi anni, e continua solo a far polemica”, ha dichiarato il capogruppo Pd al Senato in commissione istruzione Roberto Rampi.
Del docente esperto da cancellare parla, invece, il senatore del Pd Luciano D’Alfonso, presidente della Commissione Finanze e Tesoro: se andremo al Governo, “come prima cosa ci occuperemo di far stralciare dal decreto Aiuti bis l’infelice e inadeguata previsione normativa sul cosiddetto docente esperto”.
Secondo il senatore dem è necessario oltre “retribuzione che va adeguata alla media europea, come giustamente Enrico Letta ha assunto l’impegno di fare entro il termine della prossima legislatura”, va affrontata “la questione fondamentale del recupero sociale della dignità della funzione docente, anche attraverso la riscoperta del ruolo centrale della formazione che oggi sembra quasi soffocata da altre istanze ed esigenze”.
“Gli insegnati sono l’anima e il motore delle nostre scuole: sostenendoli con stipendi adeguati riconosciamo loro quella innegabile responsabilità di formare chi potrà promuovere sviluppo economico e sociale solido e duraturo alle nostre comunità”, ha detto anche il deputato del Pd, Pietro Navarra.
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