Il Pd chiede le dimissioni del ministro Gelmini: i tagli erano illegittimi
“Il Ministro Gelmini dovrebbe immediatamente dimettersi! È una vergogna colossale che i danni che la scuola pubblica ha subito in questi anni, a seguito dei tagli insostenibili, siano stati prodotti da atti privi di efficacia giuridica”. Reagisce con sdegno Mariangela Bastico, senatrice del Partito democratico e sottosegretario alla Pubblica Istruzione durante l’ultimo Governo Prodi, dopo essere venuta a conoscenza dei vizi procedurali, già rilevati dal Tar del Lazio, riscontrati stavolta dal Consiglio di Stato a proposito dell’approvazione dei decreti interministeriali riguardanti gli oltre 130.000 tagli al personale della scuola, tra docenti e Ata, attuati dal Governo nell’ultimo biennio.
Secondo la Bastico “ancora una volta un atto di straordinaria rilevanza negativa, firmato dal Ministro Gelmini, viene dichiarato illegittimo, a conferma di una intollerabile approssimazione nel governo di un settore complesso e assai delicato, quale la scuola”. Nel riassumere quanto espresso dai giudici amministrativi, la senatrice ritiene che la “dimenticanza” da parte del Governo di consultare le giunte regionali sia derivata dal timore di trovare intralci nella politica di fare cassa, ai danni dell’istruzione pubblica, imposta del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. “I decreti interministeriali – sostiene la rappresentante Pd – che, in attuazione dell’articolo 64 della legge 133, hanno tagliato oltre 87mila posti di docenti e 44.500 Ata in 3 anni sono stati dichiarati privi di efficacia giuridica dal Consiglio di Stato, in quanto mancanti di un elemento essenziale: il parere della Conferenza Stato-Regioni. Non è casuale che il Governo abbia ignorato del tutto il ruolo costituzionalmente garantito delle Regioni e delle autonomie locali in materia di organizzazione scolastica: è un’ulteriore conferma – conclude Bastico – della politica totalmente centralistica della maggioranza e della completa indifferenza della Lega rispetto alle Regioni e agli enti locali”.