Continua a far discutere la conferma di Massimo Zennaro come Direttore generale del Miur, anche dopo la revoca del suo mandato di portavoce del ministro Gelmini a seguito alla nota ‘gaffe’, contenuta in un comunicato dell’ufficio stampa di viale Trastevere, sui neutrini e l’inesistente tunnel tra il Cern di Ginevra ed il laboratorio dell’Infn ad Assergi. Il 4 ottobre, l’opposizione politica è tornata a chiedere la revoca dell’importante e oneroso incarico (diverse decine di migliaia di euro l’anno) nei confronti dell’ex braccio destro del ministro dell’Istruzione: il 35enne Zennaro, che ha iniziato la sua carriera con Marcello Dell’Utri, poi con Tiziana Maiolo al Comune di Milano e con la stessa Gelmini a Brescia, è stato oggetto di forti critiche, anche perché la sua nomina a capo della struttura comunicativa del Miur non sarebbe mai stata giustificata con curriculum particolarmente brillanti o esperienze di rilievo nel settore. Il Pd, inoltre, ha chiesto un’interrogazione urgente al ministro Gelmini.
Secondo la capogruppo Pd in commissione Cultura, Manuela Ghizzoni, “l’incarico da direttore generale presso il ministero dell’Istruzione , già anomalo in concomitanza con il ruolo di capo ufficio stampa del ministro Gelmini, ” appare “oggi inopportuno e incompatibile rispetto al ruolo di consulente (per la comunicazione e l’immagine ndr) che gli è stato offerto da Barbara Berlusconi, secondo quanto riferito da un grande quotidiano“.
Per Ghizzoni “le dimissioni del dott. Massimo Zennaro da capo ufficio stampa del Ministero appaiono un atto dovuto, ma resta incomprensibile il suo incarico di Direttore della Direzione generale per lo studente, l’integrazione, la partecipazione e la comunicazione, incarico che ricopre dal 2009 per designazione del ministro Gelmini“.
Il gruppo del Pd, con un atto di sindacato ispettivo (n. 5-02216) del dicembre 2009, all’indomani della nomina firmata dalla Gelmini, aveva già messo in dubbio le caratteristiche culturali e i titoli professionali dell’ex portavoce della Gelmini, esprimendo perplessità al doppio ruolo assunto come portavoce del ministro in concomitanza all’incarico di direttore generale della stessa direzione. Ma le polemiche non finiscono qui: alcuni giorni fa il Corriere della Sera ha attribuito a Zennaro la volontà “di non rendere noti i dati relativi agli esiti degli Esami di Stato dell’anno scolastico appena concluso, scelta – sottolinea Ghizzoni – che sarebbe giustificata dalla volontà di non rendere nota la lieve flessione del numero dei bocciati, elemento che avrebbe dimostrato un minor rigore della scuola italiana. Per noi, dunque, il dottor Zennaro deve immediatamente lasciare il suo incarico“.