Mentre le lezioni per la maggior parte dei 7.286.151 alunni iniziano tra le proteste studentesche, il Partito democratico continua a mettere la Scuola al centro della sua agenda elettorale. Domenica 11 e lunedì 12 settembre si terrà l’iniziativa “1000 piazze per la Scuola“, con banchetti, iniziative e volantinaggi per illustrare il programma del partito per la scuola. Un programma da portare avanti nella prossima legislatura, qualora il partito riuscisse a governare a seguito delle elezioni politiche del 25 settembre.
Quelli presi dal Pd si confermano impegni importanti, anche molto onerosi a livello di finanze pubbliche: vanno dai libri di testo e trasporti gratuiti per le famiglie con redditi medi e bassi, all’accesso universale e gratuito alle mense scolastiche, dalla scuola dell’infanzia (3-6 anni) per tutti e gratuita alla valorizzazione degli insegnanti aumentando i loro stipendi per allinearli alla media europea (con un incremento per tutti che dovrebbe essere di almeno 300 euro netti docente e Ata andando a rimpolpare gli scatti stipendiali automatici).
Tra gli obiettivi del Pd in ambito scolastico c’è anche l’obbligo formativo esteso dalla scuola dell’infanzia ai 18 anni, come già accade in altri Paesi europei, oltre che l’Erasmus (il progetto sovranazionale che ha appena compiuto 35 anni) da rendere gratuito per gli studenti delle superiori.
Sempre nella odierna giornata estiva, il segretario nazionale del Pd Enrico Letta ha presentato la ‘Carta di Taranto-Manifesto per il Sud e per le Isole‘: il leader dei dem ha detto “che entro il 2024 si assumano, con procedure trasparenti, 300.000 dipendenti nelle amministrazioni centrali e negli enti territoriali, e che successivamente, fino al 2029, si proceda con l’immissione di almeno 120.000 nuovi dipendenti all’anno, per un totale di 900.000 nuove assunzioni”.
Sono sette le linee di azione per il Mezzogiorno “su cui intervenire – si afferma nella Carta – con i fondi del Pnrr e con le politiche ordinarie: 1) Pubblica amministrazione; 2) Sanità, scuola e servizi di cittadinanza; 3) Transizione ecologica e gestione delle acque; 4) Lavoro e imprese; 5) Zone economiche speciali (Zes); 6) Sicurezza e legalità; 7) Insularità”.
Nel Manifesto si sostiene che il Pnrr “è la più grande occasione di ricostruzione, speranza e modernizzazione del Paese dalla fine della seconda guerra mondiale. Noi abbiamo combattuto, in Italia e in Europa, affinché nel Piano fosse inserita la clausola del 40% degli investimenti da dedicare al Sud e continueremo a lottare affinché questo impegno sia mantenuto. Noi chiediamo che al Pnrr – è scritto ancora – siano affiancati interventi e politiche strutturali, che accompagnino e rafforzino quelle aggiuntive del Recovery Plan, sostenendo e rilanciando nei prossimi anni la scuola, la sanità, la mobilità, l’istruzione. Per liberare il potenziale del Sud”.
Nel primo punto dedicato alla pubblica amministrazione, il Pd propone di “creare un ufficio associato per la trasformazione digitale dei piccoli comuni, che spesso non hanno personale adeguato”; di “finanziare l’istituzione di uffici sovracomunali che assumano personale in grado di accompagnare le piccole realtà locali nella trasformazione digitale”; di “lanciare un piano nazionale straordinario dedicato alla formazione e aggiornamento dei dipendenti con particolare attenzione ai temi della sicurezza informatica e della gestione dei dati”.
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