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Il Pd non cambia data: l’11 dicembre in 1.000 piazze. Ignorati precari e Flc-Cgil

Niente da fare. Non tenendo conto della richiesta di cambiamento della data, prodotta nei giorni scorsi dal “Coordinamento precari scuola”, oggi il Partito democratico ha annunciato ufficialmente che l’11 e 12 dicembre metterà in atto la mobilitazione “1.000 Piazze per l`alternativa”: una due giorni di manifestazioni nelle principali piazze italiane in cui il primo partito dell’opposizione presenterà le sue proposte su lavoro, imprese, sanità, scuola, famiglie. La “macchina” attraverso cui il Pd intende raccogliere adesioni è ormai partita: oltre agli appelli degli esponenti politici, che si svolgeranno nei prossimi giorni, nel sito del partito verrà realizzato uno speciale con l`attivazione di box informativi, video, liveblogging e due milioni di volantini sull’evento verranno distribuiti presso tutte le sedi provinciali del Pd; è stata inoltre creata una piattaforma internet (www.mobilitanti.it) che raccoglierà “la disponibilità di tutti coloro che vorranno partecipare come volontari a questa iniziativa e a quelle future del partito”.
Per la seconda volta in meno di tre mesi (il 3 ottobre accadde con la manifestazione a favore della libertà di stampa organizzata dalla Fnsi), la protesta di uno dei movimenti più attivi dei precari della scuola e della Flc-Cgil si svolgerà così in contemporanea ad un evento che attirerà a sé la gran parte delle attenzioni da parte dei media. Dal CPS al momento non giungono commenti: è probabile che arrivino al termine dell’assemblea in programma a Roma domenica 6 dicembre nei pressi della Stazione Termini. Certo, leggendo il testo di presentazione dell’evento si percepisce che gli stessi precari non credevano molto in un ripensamento da parte del Pd: “la vivacità politica esplosa come un petardo – scrive il CPS – è un esempio di come le forze politiche istituzionali non hanno saputo intercettare una spinta dal basso che chiedeva una più forte opposizione alle politiche del governo. Studenti e precari – concludono i precari – , a quanto pare, devono farcela da soli”.
Nessun commento neanche dalla Flc-Cgil. E difficilmente arriverà. Perché “rompere” anche con il partito politico più amico (dopo le organizzazioni confederali) non sembrerebbe una mossa azzeccata. Però è anche vero che molti precari non hanno nascosto di essere simpatizzanti del centro-sinistra. E allora cosa accadrà? Difficile dirlo. Comunque non è da escludere, a questo punto, che il sindacato proverà anche stavolta ad unire i due eventi: nella piattaforma del Pd, del resto, viene citata pure la scuola. Quella scuola che altrimenti si ritroverà a sfilare nelle strade di Roma mentre telecamere e giornalisti saranno riversate nelle piazze colorate di rosso.
Alessandro Giuliani

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