Si apprende da un’agenzia “Adnkronos” che Marco Meloni, il nuovo responsabile scuola del partito democratico presenterà domani alle 12,30, presso la sala stampa della Camera, la proposta di legge per l’estensione del voto agli studenti Erasmus, ai lavoratori, agli stagisti, ai volontari che stanno all’estero meno di un anno. Interverrà, tra gli altri, il presidente dei deputati dem, Roberto Speranza.
Insieme al responsabile Istruzione, Università e ricerca del Pd, saranno presenti anche Laura Garavini, Federica Mogherini e a molti deputati under 35 del Pd, per onorare una promessa presa con gli studenti Erasmus durante la campagna elettorale di inizio anno. Tale promessa si rese necessaria, in quanto il 24 e il 25 febbraio gli studenti che si trovavano in Erasmus non poterono votare in terra estera, ma lo avrebbero potuto fare solo se fossero rientrati nelle loro residenze italiane.
Lo stabilisce il Decreto del Presidente della Repubblica n. 226 del 22 dicembre 2012, che al punto 2 del decreto, regola il voto per “i cittadini italiani temporaneamente all’estero”, riconosce il diritto di votare “per corrispondenza, previa apposita dichiarazione alle Forze armate e alle Forze di polizia temporaneamente all’estero in quanto impegnati nello svolgimento di missioni internazionali”.
La possibilità di partecipare alle elezioni è consentita anche ai “dipendenti di amministrazioni dello Stato, di regioni o di province autonome, temporaneamente all’estero per motivi di servizio”. E infine ad alcuni “professori e ricercatori universitari che si trovano in servizio presso istituti universitari e di ricerca all’estero”. Questo DPR invece non prevede la possibilità per gli studenti Erasmus di potere votare per corrispondenza, come avviene per le forze armate.
Ecco il motivo per cui si vuole proporre una legge che consenta anche a questi studenti di esercitare il diritto al voto per corrispondenza. Ricordiamo che non si tratta sol odi una questione di principio , ma anche di numeri che in una competizione elettorale possono fare la differenza. Infatti oggi gli studenti che hanno deciso di partecipare a questo programma scolastico “Erasmus” sono oltre 25mila e nei prossimi anni visto la crisi che c’è nell’università italiana, potrebbero crescere esponenzialmente. La questione merita un’attenzione politica che al pd non è sfuggita.
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