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Il PD sulla scuola è un Giano bifronte?

Ricordate quando il regista Nanni Moretti, in un suo noto film, Aprile, dal carattere fortemente politico e ambientato subito dopo la caduta del primo governo Berlusconi, esclamò, durante la scena in cui lo stesso regista-attore stava guardando la trasmissione di Porta a Porta, in cui si confrontavano per la nuova campagna elettorale Silvio Berlusconi e Massimo D’Alema, in questo modo?  “D’Alema di una cosa di sinistra!”
Tutti noi ricordiamo certamente questa esclamazione. Un’ esclamazione storica che ha segnato un’epoca, in cui la sinistra nel nostro Paese si è dissolta completamente ed ha lasciato un vuoto di carattere culturale e politico di tutta evidenza. Le conseguenze di questo vuoto spinto, che come si sa, in fisica non garantisce il mantenimento della bassa pressione in relazione al tempo, potrebbero essere l’esplosione di forti azioni di protesta e contestazione, fino ad arrivare alla rivolta sociale. Infatti oggi assistiamo inermi ad una politica che non dice nulla di sinistra e non si sta occupando di garantire la sopravvivenza della scuola pubblica. Significative, di un forte stato di disagio che la scuola sta vivendo, sono le parole che arrivano dai sindacati di categoria, che non lasciano presagire nulla di buono. Infatti riferiscono i sindacati che, da parte dell’Amministrazione del Miur, guidata da un esponente del partito democratico, si insiste a cercare l’intesa per un rinnovo del contratto scuola, soltanto sulla parte normativa, basata, per altro, su un aumento del carico di lavoro senza un’adeguata equiparazione stipendiale. Si insiste e persiste anche sull’abolizione degli scatti di anzianità, sostituiti da una non ben chiara progressione di carriera basata sul merito.
Questo comporterebbe una grave forma di proletarizzazione economica del ruolo di insegnante. Sotto gli occhi di tutti è la poca attenzione che la politica rivolge su temi cruciali come la scuola.
Gli edifici scolastici continuano a cadere a pezzi, e non esiste una seria politica sulla sicurezza delle scuole. I nostri ragazzi si classificano agli ultimi posti in Europa per competenze linguistiche e matematiche, e si pensa di ridurre il percorso curricolare dei licei di un anno.
Alcuni osservatori del mondo della scuola, stanno rilevando che le promesse elettorali fatte dal partito democratico, durante l’ultima campagna elettorale, non corrispondano affatto all’azione politica portata avanti dal ministro Carrozza e dal governo Letta.
Si tratta, per questi osservatori, di un atteggiamento politico, quello attuato dal partito democratico, da vero e proprio Giano Bifronte. Ricordiamo tutti le “cose di sinistra”, per dirla alla Nanni Moretti, dette in campagna elettorale dall’allora responsabile scuola del PD, Francesca Puglisi. Parole disattese, forse ipocrite, che miravano a vincere le elezioni, ma non certo ad onorarle con un’azione politica volta ad attuarle.
Ricordiamo anche che l’antagonista politica della Francesca Puglisi, l’on. Elena Centemero di Forza Italia, aveva derubricato le stesse promesse elettorali del PD, ad un libro dei sogni, che non sarebbe stato possibile realizzare.
Come stanno realmente le cose per il futuro della scuola italiana? Il PD è realmente un Giano Bifronte per quanto riguarda la politica scolastica? La classe docente, nel frattempo che si pone queste domande, pretende di sapere la verità su quelle che saranno i prossimi provvedimenti sulla scuola pubblica.
Supponiamo che molti docenti e personale scolastico, visto le incertezze politiche sulla scuola, diserteranno molto volentieri le urne delle primarie del PD.

Lucio Ficara

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