L’enciclopedia Treccani ce lo ricorda nel suo sito internet, alla voce Musica e Matematica: Che ogni accordo musicale si configuri come un rapporto numerico è consapevolezza che viene da lontano, addirittura dalla Repubblica e dal Timeo di Platone. Per Cassiodoro (VI sec.), «la musica è una disciplina in cui si parla di numeri». Agostino (IV sec.) afferma che la musica è una «emanazione sensibile di strutture matematiche». Non stupisce dunque che nelle arti liberali la musica sia inclusa, insieme ad aritmetica, geometria e astronomia, tra le scienze del quadrivio, che con le discipline letterarie del trivio hanno costituito lo standard educativo occidentale dal medioevo all’Ottocento.
Adesso lo sottoscrive anche la scienza, come riportato dal quotidiano francese Le Figaro e da altre testate giornalistiche internazionali: Ayça Akin, docente presso il Dipartimento di Software Engineering della Facoltà di Ingegneria dell’università turca di Antalya Belek, ha recentemente pubblicato, sulla rivista Educational Studies, un nuovo studio che si fonda su altre 55 indagini svolte nel corso degli ultimi 50 anni e che hanno coinvolto circa 80.000 studenti dalla scuola materna all’università.
L’idea di fondo si basa sul concetto che le due discipline, la musica e la matematica, condividono un linguaggio: uso di simboli, simmetria, pensiero quantitativo e pensiero astratto. La musica è infatti costituita da ritmo, melodia e armonizzazione – che possono essere rappresentati matematicamente mediante numeri, operazioni e calcoli. Del resto, il pentagramma non è altro che un piano cartesiano, l’asse delle ascisse è rappresentata dai tempi e l’asse delle ordinate dalla frequenza.
Durante i suoi studi la ricercatrice ha notato, tra l’altro, che scandire il tempo battendo le mani con ritmi diversi aiuta i bambini a memorizzare meglio e più velocemente i numeri. Ciò confermerebbe che la musica può essere un valido strumento didattico nell’apprendimento della matematica. L’aspetto ludico riveste, per i più piccoli, un ruolo fondamentale perché fornisce importanti motivazioni all’apprendimento.
Anche con i più grandi – scuola secondaria di primo e di secondo grado – la musica si è dimostrata un supporto di grande efficacia. In particolar modo i dati raccolti dimostrerebbero che, rispetto ai più piccoli, la musica è uno strumento utile soprattutto per l’apprendimento dell’aritmetica.
A conclusione dell’indagine, la ricercatrice turca ha osservato che chi ha sostenuto test di matematica prima e dopo aver preso parte a questo studio, ha migliorato notevolmente i suoi punteggi rispetto a quanti non hanno partecipato.
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