Il cedimento del tetto di un’aula dell’Istituto tecnico Industriale Montani di Fermo, poco prima che gli studenti entrassero in classe, non è che l’ennesimo incidente provocato dalle non buone condizioni strutturali delle scuole italiane legato al problema della manutenzione e dell’esigua disponibilità delle risorse.
Così inizia un articolo dell’Ansa, dove si elencano i numerosi casi di crolli a partire dal 2008 (crollo del controsoffitto al liceo Darwin di Torino). Le cause di questi crolli vanno ricercate nella cattiva manutenzione delle strutture edili. Il fenomeno tecnico ha un solo nome: sfondellamento. Cosa è lo sfondellamento di un solaio? Con il termine sfondellamento si intende il distacco e la successiva caduta della parte inferiore delle pignatte.
Un fenomeno tipico dei solai in laterocemento, in cui le pignatte – i blocchi inseriti nel getto di calcestruzzo per ottenere l’alleggerimento delle solette – vengono sollecitate al punto di rompersi nella parte inferiore che si distacca dal resto del solaio. Oggi questo termine comprende anche altri fenomeni, tra cui distacchi di intonaco o di rete intonacata.
Lo sfondellamento riguarda tutti gli edifici con solaio in latero-cemento, ma in particolare quelli costruiti dagli anni ’40 agli anni’70, anni del boom economico in cui la scarsa qualità dei materiali e i limitati controlli sulla posa in opera hanno ridotto la sicurezza del solaio.
Tale fenomeno cresce e si evolve nel tempo in conseguenza a diversi fattori. In alcuni casi il sovrappeso, alcune destinazioni d’uso, la qualità dei manufatti e l’età degli edifici possono determinare tensioni, compressioni o dilatazioni che sollecitano i solai. Tali fenomeni possono manifestarsi con crepe, incrinature e fessurazioni che possono essere localizzate, diffuse o addirittura provocare cedimenti e crolli. In alcuni casi le infiltrazioni sono uno dei fattori scatenanti del fenomeno dello sfondellamento perché saturando d’acqua la soletta creano dilatazione nei laterizi. La dilatazione può trasformarsi in compressione tra il laterizio e i travetti in cemento armato.
Per quanto descritto risulta evidente l’obbligo di una seria programmazione di manutenzione ordinaria e nei casi più gravi anche straordinaria.
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