Egregio prof. Iaconis,
ho letto il tuo articolo sul “docente esperto” e lo trovo interessante, anche se non affronta nel complesso il problema stipendiale (e non solo) di tutto il personale scolastico.
Mi spiego meglio. Io ricopro il ruolo di Assistente Amministrativo e noto che si parla sempre e solo di docenti e nessuno, dico nessuno, si preoccupa della nostra figura professione messa ai margini e buona, soltanto, a supportare docenti, genitori e alunni; a condividere con il DSGA la valanga di compiti riversati sulle segreterie scolastiche nel mentre gli ex Provveditorati, ormai, fungono da uffici smistamento e basta.
Mi sono sentita, in qualche modo, chiamata in causa indirettamente dal tuo articolo e di dare sfogo a una situazione incresciosa di disagio che vive la categoria ATA (noi, però, dovremmo essere capaci di parlare di “categoria scolastica”, senza sotto-categorie di appartenenza), in quanto si parla solo ed esclusivamente di docenti i quali sono (è vero!) sottopagati (ma, detto ad onore del vero, con un orario di lavoro alquanto ridotto e tempo libero a non finire. Ammettiamolo, prof!). Però, cosa dovremmo dire noi con 1.200,00 euro al mese? Si vuole comprendere che il personale ATA (anche noi dovremmo aprire una nota critica relativa al merito) è l’ossatura organizzativa della scuola?
Per i docenti si parla di aumenti, di “docenti esperti” e via di seguito… e per noi? Niente bonus! Eppure usiamo il computer più dei docenti; ci sostituiamo, molte volte, a vicepresidi, responsabile d’area e funzioni strumentali, ma per il nostro lavoro non vi è alcun riconoscimento di merito.
Tornando al “docente esperto”, condivido ogni tuo pensiero e, soprattutto, il fatto che, ad oggi, basta una semplice certificazione, un semplice corso, per essere insegnanti abilitati, mentre abbiamo una generazione assolutamente incapace (per mancanza di preparazione) ad affrontare la vita sociale e lavorativa (vedi i dati Invalsi!).
Un caro saluto
Franca Crimeni
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