L’assessore regionale alla Scuola del Veneto, Elena Donazzan, non sembra soddisfatta degli organici Ata assegnati alla sua Regione: «Ben venga l’assegnazione al Veneto di 262 collaboratori scolastici in più rispetto all’organico teorico, ma l’avvio del nuovo anno scolastico nella nostra regione resta a rischio: mancano centinaia di presidi, personale di segreteria, insegnanti di sostegno».
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«Il Veneto conta vaste aree ad alta dispersione demografica – fa notare l’assessore – basti pensare alla provincia dolomitica, al Polesine e al delta del Po o all’area lagunare e delle isole. I 262 posti in più per collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici riconosciuti dal Ministero con l’organico ‘di fatto’ 2017-18 non soddisfano nemmeno le esigenze censite dall’Ufficio scolastico regionale per lo scorso anno scolastico, quando furono attivati 207 posti in deroga per portare il personale Ata in servizio nelle scuole venete a 15.863. Forse il ministero dimentica – incalza l’assessore – che per tenere aperto un plesso scolastico, di qualunque ordine e grado, servono almeno due collaboratori Ata: un livello minimo di servizio difficile da garantire, con questi numeri, nei piccoli paesi di montagna o delle aree deltizie e lagunari».
«Abbiamo già ripetutamente documentato a Roma che la regolare apertura dell’anno scolastico a settembre in Veneto è a rischio perché, a causa dei pensionamenti e del blocco del turn-over, restano scoperti 210 posti di dirigente scolastico e nelle segreterie delle scuole mancheranno a settembre 172 amministrativi. Né sarà possibile procedere con ulteriori accorpamenti di plessi, visto che il piano di riordino attuato ha già creato istituti con oltre 900 alunni. O il ministero rispetta il reale rapporto numerico tra iscritti/docenti/personale Ata che serve per far funzionare lo nostre scuole, o non ci resterà altro che rivendicare con forza e determinazione piante organiche e concorsi su base regionale».