La riduzione degli spazi contrattuali, l’incapacità di concertazione tra sindacati e Amministrazione scolastica, ha generato l’aumento indiscriminato del ricorso al Tar o al giudice del lavoro.
Le cifre sono da capogiro, perché stiamo parlando di un aumento di oltre il 300%, calcolato in riferimento all’anno 2014 rispetto all’anno solare 2013. In buona sostanza la conflittualità è dovuta ad una mancanza di relazioni, sempre maggiore di questi tempi, tra Amministrazione scolastica e sindacati.
Mentre un tempo i sindacati riuscivano, grazie alle corrette relazioni con l’Amministrazione, a fare da filtro per evitare il contenzioso, adesso questo filtro è saltato per volere di una certa politica, che snobba completamente i sindacati e li colpevolizza di avere ridotto la scuola ad una vera e propria corporazione. Insegnanti e personale scolastico sarebbero colpevoli, secondo il modo di pensare di molti politici di governo, di essere eccessivamente sindacalizzati, troppo corporativi e di avere un contratto con troppi diritti e pochi doveri.
Questa è l’ottica con cui si è agito per destrutturare il contratto della scuola, introducendo norme sempre più restrittive nei diritti e sempre più ampie nei doveri.
Il decreto legge Brunetta, che sembra piacere molto anche al partito democratico che non lo ha mai messo in discussione da quando è maggioranza, ha limitato molto la concertazione tra Amministrazione e sindacati e al contempo ha aumentato i poteri discrezionali del dirigente scolastico. Questi sono i motivi dell’aumento esponenziale del contenzioso, che dopo i prossimi provvedimenti sulla scuola, aumenterà ancora.
L’impotenza dei sindacati, voluta fortemente ed ottenuta dal Governo, è la causa per cui il personale scolastico si rivolge sempre più spesso al giudice per vedere riconosciuti i suoi diritti.
Dietro questo fenomeno di crescita smisurata di contenzioso si riscontrano pesanti danni economici per l’intero sistema scolastico.
Infatti spesso è l’Amministrazione scolastica a soccombere in questi contenziosi e a pagare non sono i singoli dirigenti ma è la stessa Amministrazione. In tempi di crisi sarebbe stato meglio trovare il modo di fare rientrare la percentuale del contenzioso nel suo fisiologico trend, risparmiando risorse che potrebbero essere investite per migliorare davvero il nostro sistema scolastico.