Il “pezzo di carta” torna ad essere prezioso: sale la richiesta di laureati e diplomati
Alla fine del 2007 i laureati che troveranno un impiego saranno 187 mila e cinquecento, pari al 9% dei posti di lavoro messi a disposizione: un dato che non si registrava dal 2001. E anche per i diplomati sale la disponibilità di impiego, con oltre 50.000 richieste in più rispetto allo scorso anno. E’ quanto sostengono Unioncamere e Ministero del Lavoro, che il 20 luglio hanno presentato i risultato di un’indagine su oltre 100 mila imprese di ogni dimensione e settore di attività. Dal rapporto finale si stima che poco più di 75 mila dei laureati entreranno in un’impresa privata, 43 mila verranno assunti da una pubblica amministrazione e restanti 68 mila intraprenderanno l’attività di lavoratore autonomo. La novità segnalata dal rapporto è che le imprese tornano a cercare lavoratori con un’elevata preparazione dopo un lungo periodo in cui invece hanno assunto quasi esclusivamente personale di basso profilo o specializzato in mansioni perlopiù di tipo pratico. Dal rapporto risulta che la laurea specialistica quinquennale sembra ancora riscontrare una chiara preferenza presso gli imprenditori: il 48,3% delle entrate di laureati programmati per il 2007 fa riferimento a questo percorso formativo, a fronte di un 16,3% riferito alla “laurea breve” o triennale.
L’aumento della richiesta di laureati si deve per l’85% al settore dei servizi, dove l’incidenza di “dottori” (56 mila quelli ricercati dalle imprese) raggiunge l’11% del totale delle assunzioni del settore. Meno consistente la richiesta di laureati nell’industria, che quest’anno assorbirà 19 mila dottori a fronte dei 17.000 circa del 2006. La percentuale di laureati richiesti dall’industria scende così dal 6,2% del 2006 del totale al 5,8% del 2007. Su questo dato incide però la minore domanda dell’edilizia (1,2%), mentre nel manifatturiero il valore sale all’8,6%.
Tra le figure lavorative più richieste figurano quelle che hanno svolto studi universitari nell’ambito economico (con 24.240 assunzioni), nell’ingegneria elettronica e dell’informazione (9.000), nel settore sanitario e paramedico (6.880), nell’ingegneria industriale (6.450) e nel campo chimico-farmaceutico (6.450). Verranno assunti anche un discreto numero di specializzati nell’insegnamento e nella formazione, ma anche in altri indirizzi di ingegneria e, come sempre, quelli in discipline di carattere scientifico, matematico e fisico. In forte difficoltà, invece, i laureati in scienze motorie (appena 200 assunzioni complessive previste nel 2007), ma anche provenienti dai settori agrario, agroalimentare e zootecnico (solo 220), oltre che medico e odontoiatrico (460).
Sempre secondo l’indagine, le province italiane che assorbiranno più laureati nell’anno in corso saranno Milano (con il 20,3%), Roma (16,6%), Parma (16,5%) e Torino (14,9%). Vanno male, invece, le province del centro e del meridione: in assoluto, più in difficoltà ad assumere laureati risulta Isernia (appena l’1,4%), poi Grosseto (1,9%), Pistoia (2,1%), Teramo (2,4%), Oristano (2,7%), Vibo Valentia, Agrigento e Lecce (con il 2,8%). Queste indicazioni possono essere molto utili per una buona fetta dei circa 300 mila studenti neo-diplomati che in questi giorni stanno valutando quale Facoltà potrebbe soddisfarli di più in vista del prossimo anno accademico 2007-2008. E’ bene anche che sappiano sin da subito che il percorso accademico oltre che impegnativo si allunga sempre più: se è vero che le lauree piacciono sempre tanto alle imprese (che per questa componente di nuovi assunti mette a disposizione, nel 61,1% dei casi, contratti a tempo indeterminato), è altrettanto vero che ormai la laurea da sola non basta. “E’ meglio infatti – spiega il rapporto Unioncamere-ministero del Lavoro – aver già maturato almeno un po’ di esperienza lavorativa, dicono le imprese, che destinano ai laureati non al primo impiego il 64,7% dei 75mila posti di lavoro messi a disposizione”.
La crescita del numero dei laureati rappresenta la conferma della ripresa in atto nel nostro sistema economico. “Il dato sulla crescita degli investimenti, infatti, fa pensare – ha detto il presidente di Unioncamere, Andrea Mondello – che sia in corso una nuova fase di accumulazione del capitale e di aggiornamento del sistema produttivo sotto il profilo tecnologico, per la quale è fondamentale la disponibilità anche di capitale umano adeguato. D’altro canto, insieme a questo elemento decisamente positivo, non si possono rilevare alcuni fattori di criticità. Primo tra tutti la ben più modesta ricerca di laureati da parte delle imprese del Mezzogiorno rispetto a quelle del Centro-Nord. Questo significa – ha concluso Mondello – che il sistema produttivo meridionale potrebbe essere meno propenso ad innovare e a puntare sulla qualità mentre è proprio su questi fronti che si gioca la grande competizione internazionale”.
Se i laureati sorridono, non possono lamentarsi nemmeno coloro che decideranno di fermarsi al diploma di maturità: secondo il rapporto Excelsior, entro l’anno sarà, infatti, cresciuta in maniera consistente anche la domanda di studenti con in tasca un diploma di maturità: riusciranno a trovare una collocazione lavorativa in oltre 290.000, contro i quasi 236.000 dell’anno passato. “Tra i diplomi più richiesti quest’anno, e in deciso aumento rispetto al 2006, – si legge nell’abstract del rapporto – quello dell’indirizzo amministrativo e commerciale (99.500 entrate contro le 76.400 dell’anno precedente), che si conferma il più richiesto dalle imprese: concentra infatti da solo ben un terzo delle richieste complessive di diplomati”. Sempre per quanto riguarda i diplomati, spicca nell’anno in corso anche la crescita dell’indirizzo turistico-alberghiero (26.600 assunzioni, +6.500 in confronto al 2006), che supera l’indirizzo meccanico (che, con 2.200 entrate in più, arriva a sfiorare le 23.000 entrate). Segue l’indirizzo elettrotecnico (10.600 assunzioni), mentre quello edile si conferma al quinto posto nelle richieste degli imprenditori.